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Sarteano: “La Casa delle Bambole, Ka-Tzetnik n°135633” al Teatro degli Arrischianti

Sabato 7 marzo, vigilia della Giornata donna, andrà in scena (ore18,30 al Teatro degli Arrischianti di Sarteano) un monologo curato dal regista Andrea Buscemi ed interpretato da Livia Castellana: La Casa delle Bambole, Ka-Tzetnik n°135633. L’iniziativa, promossa dall’assessorato alle pari opportunità del Comune, dalla locale Sezione Anpi, e realizzata con la collaborazione della Nuova accademia degli Arrischianti, mette insieme due momenti in procinto di essere celebrati: oltre alla Giornata della donna, il 70° anniversario della Liberazione.

“Il testo – dice Livia Castellana – è un racconto autentico, di uno dei periodi più tragici della storia. Le vicende sono vere, testimonianza di un momento della storia in cui un gruppo di uomini, accecati da un fanatismo folle e incontrastato, credette di poter asservire altri uomini, spegnendo in loro ogni espressione di dignità umana, in forza di una pretesa superiorità razziale. È una testimonianza di vita – aggiunge l’interprete, che non nasconde la propria emozione nemmeno fuori dal palco – che suona da monito a tutti, affinché non si ricada in quella follia che ha degradato al livello della più bassa bestialità i persecutori, piuttosto che i perseguitati.”

Da Andrea Buscemi, che ha curato la regia, riceviamo le notizie sull’autore: nato in Polonia nel 1909 o nel 1917 – la data di nascita è incerta – Yehiel Finer, questo il vero nome di Yahiel De-Nur, testimonia come i nazisti sfruttassero le deportate nei lager, distruggendole sia nel corpo che nell’anima. Ka-Tzetnik n°135633, questa la sua firma, è il numero tatuatogli dai nazisti al suo arrivo ad Auschwitz, dove tutta la sua famiglia perse la vita.

Andrea e Livia così sintetizzano il testo: “Il racconto è basato su quanto vissuto da Daniella Preleshnik, giovanissima ebrea che si ritrova a sopravvivere, senza la famiglia, dapprima nel ghetto di una piccola città polacca e poi, insieme ad altre donne ebree, in un campo di prostituzione dove si trova ‘la casa delle bambole’. Così viene infatti chiamata la baracca in cui sono costrette a prostituirsi. Ma il cibo e le lenzuola pulite una volta a settimana non bastano a sottrarre le giovani donne al vero orrore: offrire il proprio corpo a chi ne farà carne da macello.
I soldati mandati al ‘campo della gioia’ perché sono stati bravi sono i loro padroni: forse si trovano lì proprio per avere sparso il sangue di un familiare di colei che deve sottostare alla violenza. E per molte di loro la situazione è talmente insostenibile da indurle a preferire la morte.”
Il monologo, presentato dall’Associazione culturale Il Mosaico, ha debuttato a Pisa il 26 gennaio 2014, con il patrocinio del Comune di Pisa, della Comunità Ebraica e dell’Aned – Associazione nazionale ex deportati – e con il contributo della Fondazione Pisa.

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