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“Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere”, la serie convince o no?

Circa tre settimane fa, sempre per “una rubrica leggerissima”, è uscito l’articolo sul prequel di “House of the Dragon”. Non so che idea vi siate fatti della serie, né se amiate il fantasy in generale, ma quando si nomina George R.R. Martin, il pensiero vola in automatico anche a J.R.R. (John Ronald Reuel) Tolkien.

Tuttavia, oggi, non parlerò delle similitudini e delle diversità tra i due. Naturalmente, come più volte ha sottolineato lo stesso Martin, le opere di Tolkien sono servite da dialogo e da spunto per tutti gli appassionati scrittori di Fantasy venuti dopo l’accademico e linguista britannico, nato nel lontano 1892.

La dimensione di “rivalità” non può non esistere, ma solo in chiave di ottimizzazione di strutture narrative complesse che raccontano l’oggi attraverso invenzioni, incastri, personaggi riconducibili a un mondo “altro”, diverso.

E quindi com’è la prima stagione della serie tv “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” (titolo originale “The Lord of the Rings: The Rings of Power”), che si è conclusa da poco su Amazon Prime Video?

Anche in questo caso, le puntate realizzate da J. D. Payne e Patrick McKay, basate sul romanzo “Il Signore degli Anelli”, ci mostrano la Seconda Era della Terra di Mezzo, migliaia di anni “prima” di quanto poi verrà raccontato nei rispettivi “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”.

La serie, la più costosa di sempre se è vero quanto riferito da “Hollywood Reporter” – e cioè che “Gli Anelli del Potere” sarebbe costata in totale più di 1 miliardo di dollari tra spese di produzione, casting, produttori, effetti visivi – arriva dopo quasi 20 anni dalla trilogia cinematografica di Peter Jackson e dopo 8 anni da “Lo Hobbit”.

Gli eventi caratterizzanti questa prima stagione, sono l’ascesa di Sauron e la forgiatura degli anelli del potere. E così, in questa fase, si andranno a delineare i confini, le razze, le alleanze che saranno al centro della Terra di Mezzo nella “futura” Terza Era.

Ma la serie è piaciuta o no al pubblico?

Amata e odiata , una cosa è certa: i due creatori della serie si sono presi parecchie libertà nell’adattamento delle “Appendici” de “Il Signore degli Anelli”.

Con la speranza che chiunque possa venir coinvolto nella storia, “Gli Anelli del Potere” tende a essere un’opera un po’ didascalica e compressa; ma dal punto di vista visivo (costumi, trucco, effetti speciali, tecniche) è un lavoro davvero ben fatto, con una colonna sonora di qualità (del resto Bear McCreary è una garanzia e se non lo conoscete, andate a sbirciare il suo curriculum!).

Il cast, invece, non è sempre all’altezza: un vero peccato.

Inoltre le 8 puntate perdono spesso di coerenza. In tal modo l’intreccio (e la serie) ne risente in qualità; in generale, però, il potenziale è davvero incredibile: al suo debutto avvenuto lo scorso 2 settembre, le prime due puntate avrebbero conquistato più di 25 milioni di spettatori in sole 24 ore dalla loro messa in onda.

Che dire? Se riuscirete a sostenere questa forma televisiva di altalena tra momenti altissimi e quelli appena sufficienti (e a sopportare i misteri simil farlocchi che stanno dietro ai personaggi), riuscirete a godere del resto nel suo insieme.

Intanto le riprese della seconda stagione, formata sempre da 8 episodi, sono già iniziate nel Regno Unito, presso i Bray Studios (Inghilterra). La prima stagione, invece, è stata girata in Nuova Zelanda lungo 18 mesi, con una pausa forzata dovuta al lockdown.

Chissà come saranno le altre 4 stagioni previste da Amazon…


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