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ChiantiBanca: si dimette il Direttore Generale Bianchi. La preoccupazione dei sindacati

ChiantiBanca e il Direttore Generale Andrea Bianchi hanno deciso di comune accordo di concludere il rapporto di collaborazione. Dopo 32 anni, durante i quali Bianchi ha percorso tutta la propria carriera all’interno della Banca e l’istituto è cresciuto fino a diventare una delle realtà bancarie regionali più importanti, Bianchi intende infatti intraprendere percorsi professionali autonomi.

Si sono dimessi anche i consiglieri Claudio Corsi (vicepresidente vicario), Stefano Mecocci (vicepresidente), Aldemaro Becattini, Mauro Fusi, Leonardo Viciani.
Contestualmente, si legge in una nota, il Consiglio ha cooptato Elisabetta Montanaro, docente di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Siena, quale nuovo membro. Secondo quanto si apprende, le dimissioni dei consiglieri, gli unici membri che sedevano nel Cda dell’istituto anche nel periodo 2013-16, arrivano successivamente a una ispezione della Vigilanza di Bankitalia.
ChiantiBanca, che aveva valutato la possibilità di sfruttare la ‘way out’ e diventare Spa, ha poi approvato in assemblea a dicembre il progetto di adesione dell’istituto alla holding coordinata da Cassa Centrale Banca. Il bilancio 2016 dovrebbe risentire del peso dei crediti deteriorati delle Bcc di Prato e Pistoia incorporate nell’anno: uno studio pubblicato a 2016 da Il Sole 24 Ore, evidenziava crediti in sofferenza per quote rispettivamente del 21,7% e del 25,7%.

A nome di tutta la Banca – ha detto il presidente di ChiantiBanca, Lorenzo Bini Smaghi – ringrazio il Direttore Generale Andrea Bianchi per il contributo che ha dato in tutti questi anni, dalla fusione tra Banca del Chianti Fiorentino e Bcc Monteriggioni fino all’incorporazione di Banca di Pistoia e di Banca dell’Area Pratese. Un percorso che ha consentito a ChiantiBanca di assumere una rilevanza di banca del territorio per l’intera Toscana”.

“Ringrazio il Presidente Bini Smaghi – ha detto Andrea Bianchi – e tutti i Consigli di amministrazione con i quali ho collaborato nei 18 anni durante i quali ho avuto la responsabilità di dirigere la banca. Ringrazio in particolare tutti i dipendenti e i collaboratori per la capacità che hanno dimostrato nell’integrare le cinque Bcc che hanno portato alla costituzione dell’attuale ChiantiBanca. Tutti insieme, l’abbiamo fatta crescere da piccola banca di paese a partner di famiglie, artigiani, imprese e fattore di sviluppo per l’intera Toscana. Dopo tanti anni, è arrivato il momento di cercare nuovi stimoli professionali e accettare nuove sfide”.

ChiantiBanca si è sviluppata dall’unione di cinque banche cooperative, passando dai sette sportelli dell’originaria Banca del Chianti Fiorentino ai 52 attuali. Oggi ha un capitale di quasi 10 volte rispetto a quanto aveva nel febbraio 1999, quando Bianchi divenne Direttore Generale. Il bilancio del 1998 chiudeva con un totale attivo di 217 milioni di euro, rispetto ai circa 3,7 miliardi attuali. La raccolta è oggi circa 3,1 miliardi di euro (era di 201 milioni di euro), mentre gli impieghi toccano i 2,6 miliardi (erano 129 milioni di euro). I dipendenti non superavano le 40 unità contro i 457 di oggi.

La preoccupazione di lavoratori e sindacato dopo le dimissioni del Direttore Generale Bianchi

È sempre la solita storia: qualcuno gioca a fare il banchiere coi soldi degli altri e poi sono “gli altri” a farne le spese: quasi 470 lavoratori, gli oltre 25.000 soci, i 103.000 clienti di ChiantiBanca. La Cassa Rurale di San Casciano, ma anche quelle di Monteriggioni, Campi, Pistoia e Carmignano, che a ChiantiBanca hanno dato vita, hanno radici antiche: nei decenni hanno creato valore e lavoro nel territorio, sono cresciute e lo hanno fatto crescere. Oggi la Banca si sviluppa su Siena, Firenze, Prato, Pistoia: “La Banca delle comunità nel cuore della Toscana”, come si legge sul suo portale. E lo ha fatto grazie al suo far parte del Movimento delle Banche di Credito Cooperativo.
Fino a quando, dopo quasi 120 anni di storia, ChiantiBanca ha iniziato a “sperimentare” nuove vie… la way-out… poi, no, Gruppo Trentino… “siamo i più bravi” e “possiamo camminare da soli”; “we have a dream”…. Un sogno, alla luce dei fatti, miseramente infranto sul fatto che ChiantiBanca ha rinnegato la sua identità, ha cominciato a fare “altro da sé” e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Accade, di solito, che chi ha operato scelte azzardate se ne va; lavoratori, clienti e soci – coloro che la Banca l’hanno costruita, ciascuno nel proprio ruolo – invece restano.
La FIRST CISL, da più di due anni rappresenta la propria preoccupazione rispetto a questo “nuovo corso”; e lo ha fatto semplicemente sulla base dei numeri. Alla luce anche dalla comunicazione delle dimissioni del Direttore Generale, come lavoratrici e lavoratori diciamo: ora basta con gli esperimenti! Gli amministratori sono i custodi del patrimonio che i soci hanno costruito con sudore. Adesso ci aspettiamo da loro una scelta di responsabilità e umiltà; un atto doveroso: basta con le avventure!
Riportate, riportiamo la “nostra” banca a casa: la Federazione Toscana BCC e il Gruppo ICCREA. Siamo convinti che solo questo possa essere il “porto sicuro” da dove poter ripartire; i fatti ce lo hanno dimostrato. Ci rivolgiamo agli amministratori , ai soci, ai clienti, alle istituzioni: non lasciamo che il valore costruito da questa piccola-grande Banca, radicalmente intrecciata con quella dei nostri territori, venga distrutto da altri esperimenti. Siamo ancora in tempo. Ma non ne rimane molto.

Maria Francesca Manetti
COOPER FIRST CIST Toscana

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