L’Università di Siena può tornare ai fasti del passato. Lo pensa Felice Petraglia candidato a rettore insieme a Francesco Frati e Alessandro Rossi. Stamani ai microfoni di Antenna Radio Esse il medico, primario di ostetricia e ginecologia al policlinico Le Scotte, ha illustrato il suo programma per il rilancio dell’ateneo.
Professore, il risanamento dell’università è compiuto, possiamo essere ottimisti per il futuro?
I conti stanno meglio come ci hanno detto i tecnici, facendo una metafora, è un malato che è stato curato bene, ora è in rianimazione e bisogna seguirlo nel completo recupero. L’università ha bisogno di recuperare terreno, diventare competitiva con le altre realtà anche europee, e sarà questo il compito del rettore. Dovremo essere sempre più attrattivi anche per gli studenti stranieri, tenendo fede ad una tradizione senese: nel ‘500 venivano a studiare qui giovani da tutta Europa, le cronache raccontano di studenti francesi, tedeschi, spagnoli. Quindi qualità nell’insegnamento, ottimi servizi, possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, sono i punti da sviluppare per migliorare l’offerta. Dovremo anche ammodernare alcuni corsi pensando alle peculiarità del nostro territorio che sono l’enogastronomia, le scienze della vita, l’economia. Dovremo dire ai ragazzi di venire a studiare in Toscana perché abbiamo una forte tradizione, professori valide e legami con le imprese”.
Si dice sia il momento di avere un rettore che viene dal settore medico.
“Ma non so se sia questo il punto, certo medicina mi ha fatto scuola, mi ha fatto girare il mondo, conoscere tante università e il loro modo di operare che può essere anche duplicato da noi. Sul fronte sanitario, il rettore sceglie il direttore generale dell’ospedale insieme all’assessore alla sanità della Regione, quindi se è uno del settore magari conosce le problematiche e può far una scelta più ponderata. Comunque il rettore deve conoscere tutte le realtà universitarie e lavorare per tutte”.
Anche per incentivare la ricerca?
“E’ uno dei settori dove voglio investire di più, in questi anni abbiamo fatto miracoli basandoci solo sui finanziamenti governativi, ora bisogna cercare ulteriori finanziamenti per fare ricerca. In Europa ci sono centinaia di milioni a disposizione che noi non abbiamo mai richiesto. bisogna creare un’equipe di persone specializzate nell’intercettare i bandi e presentare le richieste”.
Siena e l’Università, quale rapporto tra studenti e residenti?
“I giovani sono una ricchezza, Siena non sarebbe così vitale se non ci fossero loro. Vanno a teatro, al cinema, frequentano i locali, sono il motore della città. Anzi dobbiamo fare in modo che aumentino: nel ’74 erano iscritti 20 mila studenti a Siena, ora sono la metà. Certo incentivando l’integrazione e il rispetto della città. Durante la campagna elettorale ho incontrato tanti giovani che chiedono di migliorare alcune forme di ospitalità: penso ad una convenzione per cinema e teatri, una specie di carta dello studente che comprenda attività culturali ma anche un aiuto sanitario per i ragazzi lontani da casa senza medico di base nella nostra città”.
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