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Siena celebra Ambrogio Lorenzetti con “Dentro il restauro”

Una grande mostra, la prima in assoluto, interamente dedicata ad Ambrogio Lorenzetti, in attesa della quale inizia una campagna di restauri delle opere che potrà essere vissuta in presa diretta da tutti gli amanti dell’arte e del pittore senese. I restauri, infatti, saranno eseguiti all’interno del complesso museale Santa Maria della Scala di Siena che si trasforma nell’occasione in laboratorio di restauro permanente accessibile ai visitatori che avranno la possibilità di “entrare” Dentro il restauro. Alla scoperta dell’opera d’arte. Un viaggio di grande fascino nel cuore dell’opera di Ambrogio Lorenzetti che si unisce alla magia del “cantiere aperto” con il restauratore al lavoro e diventa un evento imperdibile del programma di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015.

Ambrogio Lorenzetti. Dentro il restauro è il primo passo verso la grande mostra con cui Siena celebrerà il pittore trecentesco nel 2017, alla cui realizzazione insieme al Comune stanno lavorando altre istituzioni culturali: Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, Polo museale toscano, Università degli Studi di Siena, Università per Stranieri di Siena, Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa e Montalcino e Museo dell’Opera Metropolitana di Siena il Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut, Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

“In questo anno in cui Siena, quale capitale italiana della cultura, può proporre, promuovere e convogliare cultura – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Siena Massimo Vedovelli – abbiamo voluto programmare la grande mostra prevista per il 2017. Il modo migliore per farlo è lasciare una traccia indelebile nel nostro patrimonio culturale, curando i restauri di alcune opere di Lorenzetti (cicli affrescati e tavole) e data l’importanza dell’operazione questo restauro sarà “aperto”, accessibile cioè a tutti i visitatori che potranno così cominciare a prendere familiarità con l’artista al centro delle nostre iniziative nei prossimi anni”.

La progettazione della mostra e delle iniziative ad essa collegate è stata affidata ad un comitato di curatori scientifici. Tre esperti storici dell’arte del tardo Medioevo: Alessandro Bagnoli, direttore storico dell’arte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, Roberto Bartalini, professore di Storia dell’arte medievale all’Università di Siena e Max Seidel, già professore di Storia dell’arte medievale alle Università di Gottinga e Heidelberg e direttore emerito del Kunsthistorisches Institut in Florenz/Max-Planck-Gesellschaft.

“Una tale iniziativa è possibile soltanto nella città di Siena – spiegano i curatori – che conserva all’incirca il settanta per cento delle opere oggi conosciute di Ambrogio Lorenzetti. Ma la mostra – grazie a una serie di richieste di prestito molto mirate – ambisce a reintegrare pressoché interamente la vicenda artistica del grande pittore, facendo nuovamente convergere a Siena delle opere che in larghissima parte furono prodotte proprio per cittadini senesi e per chiese della città”. Se si escludono gli affreschi del Palazzo Pubblico di Siena raffiguranti le Allegorie e gli effetti del buono e del cattivo governo, molto studiati e spesso con risultati di altissimo livello, il resto della vicenda del pittore infatti è rimasta finora in ombra.

Il “restauro aperto”

La mostra costituirà il culmine di una serie di iniziative, scandite in diverse tappe, mirate a una più profonda conoscenza dell’attività del grande artista, alla migliore conservazione delle sue opere e a favorirne l’avvicinamento da parte del grande pubblico. Uno sforzo speciale – sia sul piano operativo sia finanziario – è dedicato al restauro delle opere. È questa la prima tappa di tali iniziative, che prende avvio negli appositi spazi dell’antico ospedale di Santa Maria della Scala dove sarà riunito un gruppo di opere di Ambrogio Lorenzetti che necessitano di indagini conoscitive, di interventi conservativi e di veri e propri restauri. Saranno posti sotto osservazione gli affreschi della cappella di San Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di San Pietro in Castelvecchio a Siena, che nell’occasione sarà più correttamente ricomposto e riunito con l’originaria cimasa raffigurante il Redentore benedicente, oggi conservata nel Museo Diocesano di Siena. A questo fine, al Santa Maria della Scala sarà allestito un cantiere di restauro ‘aperto’, fruibile dalla cittadinanza e dai turisti. Nel 2016 i restauri proseguiranno con l’apertura di altri due cantieri. Il primo nella chiesa di San Francesco, volto al restauro degli affreschi dell’antica sala capitolare dei frati francescani senesi e l’altro nella chiesa di Sant’Agostino, nel cui capitolo Ambrogio Lorenzetti dipinse un ciclo di storie di Santa Caterina e gli articoli del Credo. È sopravvissuta soltanto una grandiosa Madonna col Bambino e la corte celeste, da sottoporre a una revisione a fini conservativi. Ma nell’occasione sarà possibile effettuare dei sondaggi sulle altre pareti dell’antica sala, con la speranza che si sia salvato qualche ulteriore frammento delle pitture di Ambrogio.

Ambrogio Lorenzetti. Dentro il restauro è promossa da Comune di Siena, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa e Montalcino, Università degli Studi di Siena, Università per Stranieri di Siena, ed è realizzata in collaborazione con l’Opera della Metropolitana, nell’ambito del programma di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015.

Ascolta l’intervista ad Alessandro Bagnoli, uno dei curatori del progetto

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