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Malaria, l’esperto: “Non bisogna abbassare la guardia, la malattia può tornare in Italia”

Morire di malaria in Italia nel 2017 sembra impossibile, ma si può. Lo dimostra il caso della bimba di Trento deceduta due giorni fa agli ospedali riuniti di Brescia, dove era stata trasferita in condizioni disperate. Un caso che ha destato molto allarme, anche perchè la bambina non è stata all’estero, non ha frequentato paesi dove avrebbe potuto contrarre la malattia ed infatti sono state aperte due inchieste per fare chiarezza. Noi abbiamo approfondito l’argomento con l’epidemiologo senese Emanuele Montomoli: “E’ molto difficile finchè non abbiamo i risultati dell’indagine epidemiologica trarre delle conclusioni, in questo momento possiamo solo fare delle ipotesi, basate sulla conoscenza che abbiamo della malattia. Di certo è un caso che ci deve far riflettere, perchè l’Italia è un paese libero dalla malaria dal 1970, come dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E quando dico libero dalla malaria intendo senza casi autoctoni, perchè di casi importati da paesi endemici ce ne sono molti: l’italia è in Europa il terzo paese, dopo Francia e Gran Bretagna, con il maggior numero di casi importati, nel 2016 sono stati più di 600. Per quanto riguarda la bambina deceduta in questi giorni, a parer mio l’ipotesi più plausibile è quella che ci siano stati dei soggetti provenienti da zone endemiche e quindi positivi per la malaria, che siano stati punti da zanzare nostrali che si siano adattate, magari in tempi molto rapidi, a trasmettere il plasmodio della malaria. E questo è un campanello d’allarme importante.

Dato che la malaria si trasmette o tramite la zanzara o per via ematica, cioè attraverso il sangue di soggetti infetti, mi sembra piuttosto remota l’ipotesi secondo la quale la bimba sarebbe stata contagiata nel reparto dell’ospedale di Trento dove erano ricoverati due bambini con la malaria, che, secondo il report dell’ospedale, erano però in un’altra stanza e che non sono mai venuti in contatto. Un po’ più probabile, ma sempre molto difficile, l’altra ipotesi secondo la quale la malattia possa essere arrivata con delle zanzare all’interno dei bagagli, anche se, tanto per fare un esempio, la zanzara tigre che ci sta assillando in questi giorni, fino ad una decina di anni fa da noi non c’era ed è stata importata in Europa con un traffico di copertoni che ne contenevano le uova e poi ha trovato qui il clima favorevole per riprodursi. Questo potrebbe essere e in questo caso bisognerebbe tornare alle campagne di bonifica per disfarsi di questi insetti, come è stato fatto nel dopo guerra”.

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