“L’area critica dell’ospedale di Nottola rappresenta un ottimo esempio di organizzazione degli ospedali secondo il modello per intensità di cure: nuove apparecchiature all’avanguardia, procedure interdisciplinari condivise da tutti i professionisti e valorizzazione delle professionalità rappresentano il fulcro del modello per dare risposte di qualità ai cittadini”. Con queste parole e ringraziando tutti i professionisti che hanno partecipato al progetto, Luigi Marroni ha inaugurato l’Area Critica presso l’ospedale di Nottola, il primo tra gli interventi previsti che porta l’organizzazione complessiva dei tre ospedali della USL7 al modello per “intensità di cure”.

“Puntiamo molto sulla qualificazione degli ospedali territoriali della USL7 – ha sottolineato l’assessore regionale alla Salute – e come pianificato a livello regionale, l’azienda avrà i fondi per gli adeguamenti strutturali nesessari, compreso il finanziamento di 2 milioni e mezzo di euro che servirà ad adeguare il pronto soccorso di Nottola”. Non una promessa, questa, ma una realtà già prevista nel piano di investimento dell’azienda Usl7 che a breve realizzerà anche l’area critica dell’ospedale di Campostaggia, del tutto simile a quello di Nottola.
Il progetto non prevede variazioni nella dotazione dei posti letto afferenti alla Cardiologia, che è confermata nella riorganizzazione, per entrambi gli Stabilimenti Ospedalieri.
L’Area Critica di Nottola è di riferimento anche per la popolazione dell’Amiata: parallelamente, sarà realizzata una valorizzazione dello stabilimento Amiatino per la fasi di degenza post-critica con un consistente miglioramento della qualità del servizio reso al cittadino.
La centralità del paziente è l’elemento guida: attorno a questi ruota l’ospedale, si muovono i professionisti e si aggregano le tecnologie. Questo in estrema sintesi il modello “per intensità di cure” che realizza quindi un ospedale ad alta intensità di relazioni, dove fanno perno l’interprofessionalità, l’interdisciplinarietà, il dialogo tra professionisti per garantire la più completa integrazione delle diverse competenze professionali necessarie a trattare le patologie di pazienti riuniti in una piattaforma logistica di ricovero con uguale livello di bisogno assistenziale.
I pazienti che verranno ospitati nell’Area Critica sono quelli che provengono dal pronto soccorso e dal reparto medico-chirurgico, con patologie acute caratterizzate da compromissione delle funzioni vitali e che richiedono un supporto artificiale o farmacologico ed un monitoraggio intensivo.
L’Area critica di Nottola è composta da 4 letti di intensiva e 8 letti di sub-intentiva.
I letti di intensiva e sub-intensiva assicurano la presenza contigua di posti letto ad alta intensità consentendo di gestire il paziente critico e sub-critico con un maggiore grado di flessibilità e appropriatezza delle risorse rispetto ai bisogni e permette un confronto continuo ed in integrazione tra tutti i professionisti sanitari presenti in ospedale.
In questo modello assistenziale il medico è il responsabile del percorso diagnostico e terapeutico, mentre all’infermiere è affidata la gestione assistenziale per tutto il tempo del ricovero.
I professionisti coinvolti, di tutte le discipline ospedaliere, hanno portato alla condivisione della stesura delle procedure e protocolli per poter superare gradualmente la logica dell’articolazione per reparti differenziati secondo la disciplina specialistica e giungere a soluzioni di co-management, introducendo lo strumento del Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso tra tutti i professionisti per rafforzare la collaborazione tra le professioni infermieristiche e mediche.
Per migliorare l’appropriatezza delle cure e delle risorse strumentali e umane, è stata, inoltre, creata un’area di High Care dotata di n° 6 letti totali con apparecchi di ventilazione non invasiva, sotto la responsabilità gestionale del Medico Internista.
Oltre agli adeguamenti strutturali che hanno permesso la realizzazione in un unico piano dell’Area critica dell’ospedale di Nottola, il progetto ha riguardato l’adeguamento di attrezzature software e hardware, l’introduzione della cartella clinica informatizzata e l’integrazione con i sistemi ospedalieri, con l’adeguamento software della documentazione infermieristica, nonché l’acquisto di attrezzature sanitarie, arredi e tecnologie sanitarie.