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I geologi dell’Università di Siena al lavoro sulla frana del lungarno a Firenze

Si è conclusa l’indagine geofisica svolta dal centro di Geotecnologie dell’Università di Siena sul luogo della frana del lungarno di Firenze. I ricercatori senesi, con indagini che hanno riguardato aspetti di geofisica, topografia, monitoraggio e geotecnica, hanno lavorato per giorni di notte per non avere disturbi dal traffico e dagli altri lavori del cantiere. La prima parte delle indagini è terminata e si stanno elaborando i dati da fornire al Comune di Firenze per iniziare l’intervento di ripristino della strada. “La zona interessata dal collasso è strutturalmente fragile – ha spiegato Luigi Carmignani, responsabile geotecnologie dell’Università di Siena – i lungarni furono costruiti nell’800 quando, come in altre città italiane, si restrinsero gli argini dei fiumi, si riempirono con terra da riporto e si costruirono edifici e strade. E’ successo a Firenze così come a Roma quando con le grandi opere urbanistiche furono arginati grandi fiumi sia per riuscire a contenere le esondazioni che per avere nuovo terreno edificabile. Quindi una frana come quella del lungarno Vespucci non deve meravigliare, può accadere: ora si deve capire se ciò è avvenuto per la rottura della tubazione che con le infiltrazioni ha causato il cedimento o viceversa. Noi stiamo elaborando i dati geofisici e le forniremo al Comune di Firenze che vuole accelerare i tempi e ripristinare la zona il prima possibile”.

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