Manipolata l’intera filiera del Brunello e Rosso di Montalcino per una frode in commercio fra i 4 e i 5 milioni di euro. “L’operazione più grossa mai fatta nel settore del vino – l’ha definita il comandante provinciale della Guardia di Finanza Luca Albertario – in tutto sono stati sequestrati oltre 165.000 litri di vino sfuso, pari a circa 220.600 bottiglie e 2.350 contrassegni di stato”. Vittime della frode svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino. Dal 2011 al 2013 un professionista che opera da anni nel settore, un noto enologo consulente tecnico di svariate aziende agricole, è riuscito a commercializzare, spacciandolo come Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità. Il consulente “vestiva” da Brunello, in modo perfetto e impossibile da scoprire, bottiglie di qualunque vino rosso. Per fare ciò, anche grazie alla fiducia accordatagli per le sue elevate capacità professionali, è riuscito ad entrare in possesso di documentazione e materiale originale attestante la Docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) e a riprodurlo in modo perfetto. ”Un proprietario di azienda si è trovato in cantina meno vino di quello che doveva esserci, da li è scattato il dubbio – spiega Fabrizio Bindocci, presidente Consorzio Brunello di Montalcino – ma questa non è stata l’unica azienda colpita. Quando finiranno le indagini il consorzio colpirà duramente le persone coinvolte. L’operazione è stata una pubblicità negativa a cui avremmo fatto a meno”.
”Non si tratta di danni per la salute, la qualità era buona, non era un prodotto di scarsa qualità – specifica il comandante – ma si tratta di danno all’immagine al sistema Italia. Siamo riusciti a impedire la commercializzazione al dettaglio”. Il meccanismo risultava poi ineffabile grazie alle straordinarie abilità informatiche del soggetto, che è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati A.R.T.E.A. della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa mendace ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo.L’uomo sarà sottoposto a misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino e nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, acquistate grazie alle truffe, di 350.000,00 euro. Il consulente tecnico, dopo un indagine partita un anno fa e ancora in corso, è accusato di frode in commercio, accesso abusivo al sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e varie reati di falso e fiscali.
Simona Sassetti