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Armini su Suvignano: “Facciamo in modo che la vicenda esca dall’immobilismo”

Tuona l’associazione Libera per voce di Don Andrea Bigalli in difesa di Suvignano, l’azienda agricola confiscata alla mafia, che era amministrata dall’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, oggi indagato in Sicilia per corruzione e abuso d’ufficio. E’ l’ennesimo colpo di scena legato a questa immensa proprietà passata dal boss mafioso allo Stato ma senza una vera rinascita. Per questo Don Bigalli è polemico. “Ora si capiscono le lungaggini – ha detto a Repubblica -. Per Suvignano non siamo mai riusciti ad ottenere un uso pubblico del bene. L’azienda funziona ma non al meglio. Se fosse destinata ad uso pubblico e sociale si potrebbero riattivare risorse impressionanti”. Da anni l’associazione Libera si occupa di Suvignano in stretto contatto con l’amministrazione comunale di Monteroni con la quale era stato redatto un progetto di recupero. “In questi anni abbiamo difeso Suvignano da una vendita selvaggia – ha detto ad Antenna Radio Esse l’ex sindaco Jacopo Armini -, due anni fa facemmo anche una manifestazione pubblica contro l’ipotesi della messa all’asta. E’ un bene che se fatto funzionare potrebbe garantire posti di lavoro in Valdarbia. Purtroppo finora non abbiamo ricevuto risposte. La vicenda giudiziaria, richiama l’attenzione su Suvignano, dobbiamo tornare a dialogare sul futuro della proprietà, riunirci intorno ad un tavolo con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e riaggiorniamo il progetto di valorizzazione pubblico/privato per uscire dall’attuale immobilismo. Però bisogna fare presto, altrimenti si rischia di perdere tutto quello che di buono è stato fatto in questi anni e fare dei passi indietro”.

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