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Adesca e sequestra una connazionale, albanese arrestato dai carabinieri

La promessa di un lavoro in Italia e la speranza di aver trovato un uomo che la amava, hanno fatto cadere in una terribile trappola una giovane albanese di 27 anni che per giorni è stata segregata in casa e costretta a subire violenze di ogni genere. L’aguzzino, anche lui albanese 37enne – L.B. le sue iniziali – è stato arrestato dai carabinieri con la gravissima accusa di sequestro di persona e lesioni personali.
La triste vicenda ha inizio alcuni mesi fa quando l’uomo, operaio edile in Italia da anni e residente in Valdelsa, si reca in Albania dai familiari e conosce la connazionale. La corteggia e le chiede di raggiungerlo in Italia per iniziare una relazione stabile. La giovane prende tempo e chiede ai familiari di aiutarla ad iniziare una nuova vita in Italia dove, nel frattempo, l’uomo pare avergli trovato un lavoro. Passano alcune settimane e la ragazza, trovati i soldi per il viaggio e convinta dall’uomo, lascia la famiglia ed arriva dove sa di poter contare anche sull’aiuto di una sorella che vive nel grossetano. Giunta a Poggibonsi lo scorso 20 aprile, la ragazza viene prelevata dal connazionale e condotta presso un’abitazione a Staggia e subito privata dei documenti, dei soldi e del cellulare. Poi viene rinchiusa in uno scantinato e minacciata. Nelle intenzioni dell’uomo non c’è nessuna voglia di mettere su famiglia, ma solo la spietata volontà di costringere la giovane a fare la prostituta. Trascorrono i giorni e l’albanese, al fine di “piegare” la ragazza, le usa violenza e la riempie di botte, la umilia e cerca di destabilizzarla psicologicamente: se vuole vivere deve fare ciò che l’uomo le dice di fare, deve prostituirsi. La ragazza non cede e quindi viene picchiata e sottoposta a privazioni ed umiliazioni fino a quando l’uomo perde dalla tasca dei pantaloni il proprio cellulare con cui lei riesce a chiamare la sorella che si trova a Grosseto. Nella brevissima telefonata la giovane spiega di essere stata sequestrata e dice di trovarsi in una casa isolata vicino Poggibonsi, ma in quell’istante l’uomo rientra in camera e le strappa il cellulare di mano chiudendo la conversazione. La sorella della giovane avverte subito i carabinieri, che provano a rintracciare il segnale del telefono dal quale è partita la chiamata di aiuto, che però, nel frattempo, è stato spento dall’albanese. Trascorrono le ore ma, nonostante gli sforzi dei militari, nessun elemento sembra poter dare indizi circa il luogo dove la giovane è rinchiusa, finchè, a notte fonda, presso la centrale operativa dei Carabinieri di Poggibonsi, arriva la chiamata di un cittadino che si lamenta per le urla e le grida di donna provenienti da una casa di Staggia. Dopo pochi minuti i carabinieri riescono ad individuare l’abitazione e fanno irruzione e la scena che hanno davanti non lascia dubbi: è quella la giovane che stavano cercando. Immediatamente soccorsa, la ragazza viene portata in caserma dove ad attenderla, oltre a personale medico, c’è la sorella che, nel frattempo, era arrivata a Poggibonsi per cercarla.

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