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I patronati provinciali contro la Legge di Stabilità: “Rischia di demolire il lavoro di 67 anni”

“La Legge di Stabilità 2015 rischia di demolire il lavoro di 67 anni di storia dei patronati”, questo è il pensiero unanime dei Direttori Provinciali dei patronati aderenti al Cepa, il raggruppamento dei maggiori patronati italiani: Acli, Inca-Cgil, Inas-Cisl e Ital-Uil.
“L’art. 26 del testo – spiegano Elisa Crini (Acli), Andrea Fabbri (Inca), Marco Giunti (Inas) e Giovanna Vicoli (Ital) – va a colpire una delle basi su cui si fonda il finanziamento dell’attività connessa al patronato e che permette di offrire gratuitamente ai cittadini il nostro servizio di tutela: il Fondo Patronati, gestito dal Ministero del Lavoro. Nei progetti di questo governo vi è la riduzione del fondo di 150 milioni di euro, quindi un taglio importante che metterà sicuramente in crisi i patronati. Ricordiamo che il fondo è costituito dai contributi versati da e per i lavoratori, non da risorse aggiuntive dello Stato e non è certamente frutto di ulteriori tasse o balzelli imposti ai cittadini”. conf stampa patronati acli cgil cisl uil
“Tutto questo rischia di essere cancellato con un colpo di spugna – sottolineano i Patronati provinciali – dato che non si riuscirebbe a sostenere il servizio fino ad oggi erogato con conseguenze estremamente dannose e pericolose. Infatti il sistema di telematizzazione adottato dagli istituti previdenziali sarebbe seriamente compromesso, visto che i patronati trattano circa il 90% delle pratiche. Inoltre verrebbero messi a rischio i posti di lavoro delle persone che operano in queste strutture, compromettendo l’alto livello di interlocuzione sociale ed un efficace strumento di tutela individuale”.
“I patronati – spiegano i Direttori senesi – gestiscono e forniscono al cittadino gratuitamente una consulenza e un servizio accurato su importanti pratiche, sia di materia previdenziale come le domande di pensione (anzianità, vecchiaia, inabilità, reversibilità e pensioni complementari), sia di natura socio-assistenziale, come aspi e mini-aspi, disoccupazioni agricole, infortuni, malattie professionali, riconoscimento del danno biologico, maternità, invalidità civile legge 104, permessi di soggiorno. Chiaramente non possiamo permettere che con la legge di stabilità tutto questo non esista più”.
Il fatto eclatante è che quest’anno, fino ad ora, sono stati già 210.000 circa i cosiddetti ‘contatti’, cioè ogni qualvolta una persona si è presentata agli sportelli di questi patronati.
“Dato – evidenziano i responsabili Acli, Inca, Inas e Ital – che rapportato alla popolazione della nostra provincia (270.000 abitanti) rende bene l’idea di quanto questo servizio offerto ai cittadini (iscritti e non iscritti) sia indispensabile”.
“Dobbiamo riuscire a contrastare l’azione del governo con tutti mezzi a nostra disposizione” – dicono con forza. E infatti i patronati del Cepa hanno messo in campo tutta una serie di iniziative per cercare di sensibilizzare le istituzioni, i cittadini e i media. “Già da tempo – concludono Elisa Crini, Andrea Fabbri, Marco Giunti e Giovanna Vicoli – abbiamo iniziato a raccogliere le firme per una petizione popolare contro questo scellerato progetto, raccolta che continua tutt’ora. Sabato 15 Novembre a Siena, nell’ambito della campagna nazionale “Patronati d’Italia”, saremo presenti presso il centro commerciale le “GRONDAIE” per spiegare e far capire ai cittadini che ancora non ci conoscono chi siamo e cosa facciamo e che i patronati sono uno strumento di democrazia, di uguaglianza e di dignità sociale”.

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