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“Una rubrica leggerissima” – I Mitchell contro le macchine, il nuovo film per le famiglie che non si arrendono

La primavera stenta a partire, e il sole di metà maggio si nasconde timido tra le nuvole che coprono alcuni parti dell’Italia. Nel caso di temporali improvvisi e di ragazzini carichi di energia, un’alternativa ai soliti film per tutta la famiglia è il nuovo e divertentissimo “The Mitchells vs. The Machines”, “I Mitchell contro le macchine”, distribuito in esclusiva su Netflix.
Si tratta di un film d’animazione con i tratti della commedia fantascientifica: la protagonista, l’adolescente Katie Mitchell, piccolo genio creativo che aspira a diventare regista, viene accettata da una scuola di cinema in California. La sera prima della partenza litiga con il padre Rick che, inavvertitamente, le rompe il computer; così l’ultima chance per stare insieme diventa, al contrario, l’ennesimo momento di divisione. Al fine di recuperare la relazione con la figlia, Rick decide quindi di accompagnarla in auto fino in California insieme agli altri membri della famiglia: la moglie Linda, il fratellino Aaron (super appassionato di dinosauri) e il cane Monchi, un incrocio tra “cane, maiale, pane”…
Dal momento della partenza in auto in poi, la trama supera le diatribe familiari spostandosi nella sfera delle preoccupazioni tecnologiche: privacy, conflitto generazionale, dipendenza da internet diventano la base da cui si sviluppa la sceneggiatura scritta dai due registi Michael Rianda e Jeff Rowe. Così entra in scena l’imprenditore tecnologico Mark Bowman che dichiara obsoleta PAL, la sua amica “AI altamente intelligente”, lanciando un aggiornamento-evento imperdibile: la nuova linea di robot domestici che serviranno a rimpiazzarla. Ovviamente PAL non ci sta, e assume il controllo dei nuovi robot appena presentati agli umani, iniziando un’apocalisse robotica planetaria con la voce di Olivia Colman, la nostra Regina Elisabetta di “The Crown”!
Ma che cos’è che rende “speciale” questo film animato con il sottofondo alla Terminator? I due registi hanno scelto varie forme di costruzione di senso, “multimediale” e stratificato, per condividere le esperienze di ogni giorno. Di certo, la presenza di due grandi artisti della decostruzione quali Phil Lord e Christopher Miller (produttori anche di “Piovono Polpette” e “Spider-Man: un nuovo universo”) li ha “guidati” in questo viaggio di riconoscimento della complessità di ogni essere umano, adulto o adolescente che sia. Anche lo stile delle animazioni è complesso (ricordiamo che è un prodotto firmato Sony Pictures Animation) in un rimando continuo di stimoli visivi e musicali. I concetti affrontati non sono nuovi, eppure la strada percorsa dai protagonisti de “I Mitchell contro le macchine” è stata pensata e realizzata in modo originale, usando i “meme”, i tormentoni, i ricordi, i flashback musicali, le disfunzionalità familiari come elementi unici e necessari alla realizzazione di una “storia per tutti”.
I Mitchell non sono perfetti, ma danno una grande risposta: ci provano. Cercano di capire un po’ di più le diversità che stanno loro intorno e di superare i propri limiti restando tuttavia fedeli a loro stessi. “La peggiore famiglia di tutti i tempi”, frase che si legge più volte nei frame del film, tenterà di salvare il mondo, tra sorrisi e avventure imprevedibili: ci riuscirà?

Simona Merlo

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