Dopo il terribile terremoto del Nepal, territorio devastato da molteplici scosse che da giorni ormai stanno terrorizzando la popolazione e che hanno causato, ad ora, oltre 4100 morti, ai microfoni di antennaradioesse è intervenuto il professor Alessandro Lovari, zoologo e docente dell’ateneo senese che si sarebbe dovuto trovare in Nepal proprio in questi giorni.
“Guardare quanto sta accadendo in Nepal fa male, lascia un segno indelebile. E’ dal 1989 che, quasi ogni anno, trascorro un paio di mesi nella Valle dell’Everest dove svolgo un lavoro sul leopardo delle nevi e sulle sue predi.”
Lovari racconta di aver cercato di entrare in contatto con suoi collaboratori che si trovano nelle aree colpite dal sisma, senza però riuscire a parlare con lotro: “Appena sono venuto a conoscenza del sisma ho mandato una serie di mail a coloro con cui avevo rapporti più stretti e di questi mi hanno risposto soltanto coloro che erano rientrati dal Nepal, un collaboratore era rincasato da 15 giorni, un ex studente è rientrato negli Usa circa 10 giorni fa, ed un collega dell’Università di Oxford è rientrato fortunatamente due giorni fa. Io stesso avrei dovuto essere in Nepal in questi giorni solo che per mia fortuna avendo avuto problemi di salute non sono potuto partire. ”
Lovari affronta poi il tema dei danni del sisma, problemi che saranno quantificati soltanto tra diversi mesi: “le immagini che si vedono in tv raffigurano prevalentemente le grandi città, il Nepal non è sicuramente un paese che spicca per organizzazione, ma il grande problema è anche inerente ai villaggi di montagna, territori che sono nell'”occhio del ciclone” e la difficoltà vera sarà identificare cosa è realmente accaduto in tali zone, soprattutto per capire la reale entità dei danni e dei morti di questo terremoto. Per altro il territorio nepalese non è un aria solitamente soggetta a forti terremoti, l’ultimo di maggiore intensità è infatti risalente ad oltre 80 anni fa, da qui la scarsa capacità di organizzarsi e far fronte ad un simile fenomeno.”
Il Docente dell’Ateneo senese spera comunque di poter partire per il Nepal, la spedizione che si sarebbe dovuta realizzare nel mese di Aprile infatti è stata spostata ad Ottobre, anche se, come evidenziato dallo stesso Lovari “i problemi logistici per andare in Nepal saranno esponenzialmente maggiori, considerato anche la futura situazione che quei territori dovranno affrontare per cercare di tornare alla vita.”