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“Slums dunk”: un canestro segnato contro la povertà e degrado

Lo sport come miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e giovani che vivono nella aree economicamente e socialmente degradate: è l’obbiettivo del progetto Slums Dunk, che quest’anno è sbarcato con la sua Basketball Academy in Zambia. Giocatori che giocano in squadre nazionali diventano educatori e fanno si che il basket diventi lo strumento veicolare per coinvolgere, mobilitare e sviluppare le potenzialità dei bambini e dei giovani abitanti nelle baraccopoli. Slums Dunk è un progetto, supportato dalla GIBA, nato da un’idea di Bruno Cerella, e che vede la partecipazione di Tommaso Marino, dei coach Michele Carrea e Giuseppe di Paolo e del giornalista Federico Cappelli. Negli anni scorsi Slums Dunk si è attivata anzitutto in Kenya e in particolare in un sobborgo di Nairobi (Mathare) dove sono stati effettuati i primi “interventi”. Ora però il progetto, che si è trasformato in una associazione Onlus, è arrivato in Zambia, più precisamente nella cittadina di Monze, che si trova in una zona rurale dello Zambia. “Ci divertiremo – spiega Cerella – ma dovremmo fare il meglio possibile per educare. La mattina incontreremo gli allenatori per fare loro un corso di formazione, considerando che la continuità al progetto sarà nelle loro mani,  mentre nel pomeriggio scenderanno sul campo bambini e bambine che si divertiranno imparando le basi della pallacanestro”. Sarà possibile seguire quotidianamente la missione africana di Slums Dunk grazie alle immagini pubblicate sui profili Facebook, Twitter e Instagram della associazione.

Simona Sassetti

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