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Simone Bezzini fa il bilancio del suo mandato

Si sta per concludere l’esperienza di Simone Bezzini come presidente della Provincia di Siena. Il 12 ottobre infatti si svolgeranno le elezioni che decideranno il suo successore in un ente che si presenterà decisamente cambiato rispetto a quando, nel 2009, Bezzini ne è arrivato alla guida. “Indubbiamente questi sono stati anni ‘straordinari’ – ha detto Bezzini stamani ai microfoni di Antenna Radio Esse – di grandi cambiamenti, di grande crisi ed anche di grandi difficoltà che abbiamo dovuto affrontare. Diciamo che ce l’abbiamo messa tutta, di questo sono convinto, poi le pagelle dovranno farle i cittadini. Credo che alcuni risultati siano stati raggiunti, soprattutto nella prima fase del mandato, quando avevamo pieni poteri, potevamo programmare e disponevamo anche di qualche risorsa. Penso ai progetti innovativi in materia di ambiente, di lavoro, di agricoltura. La seconda parte del mandato è stata invece solo una gestione delle emergenze. E’ dal 2011 che si parla di abolizione e trasformazione delle province, è stata una condizione di totale incertezza, abbiamo dovuto far fronte ai tagli dei trasferimenti statali sempre più brutali fino ad azzerarli. Insomma ce l’abbiamo messa tutta per fronteggare le problematiche e continuare a dare un minimo di risposte alla cittadinanza”. La riforma che interessa le province non convince il presidente Bezzini: “Io non sono per niente contento e continuo ad avere molti dubbi su questa riforma. L’unico cambiamento di fatto è che non votano più i cittadini ma gli amministratori comunali e non mi sembra un gran passo avanti. Abbiamo sempre detto che la questione più importante per efficientare la macchina pubblica, migliorare la qualità dei servizi e risparmiare bisognava lavorare sulla riorganizzazione delle funzioni. Ecco, ad oggi, dopo una discussione partita nel 2011,  non c’è nessuna riflessione su questo tema. Continuano ad esserci sovrapposizioni, frammentazioni; ci sono delle cose che potrebbero essere fatte e che porterebbero anche delle economie importanti, ma ci si limita ad un approccio superficiale e demagogico che non ci porterà lontano. Mi auguro che venga messa un po’ di sostanze in questa riforma”. Bezzini poi si è detto deluso ed amareggiato per tutta la discussione che ha animato, soprattutto internamente il Pd, per scegliere il candidato. “La cosa che più mi ha preoccupato non è tanto la dialettica interna, a questo siamo abituali, quanto la lontanza dai problemi reali che l’amministrazione deve affrontare”.

 

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