Meglio il panino con il buristo o il kebab? La discussione è aperta tra chi sostiene le botteghe locali per la difesa del prodotto tipico e chi invece è per la pluralità dell’offerta e quindi per l’apertura dei locali etnici nei centri storici italiani. Se a Firenze il sindaco Nardella ha predisposto un regolamento per le attività commerciali in difesa del prodotto dop, vietando l’apertura del McDonald’s in piazza del Duomo, a Siena apre un kekab davanti alla Pinacoteca. Non è il primo locale del genere nel centro, ma ha richiamato l’attenzione del consigliere Pietro Staderini che ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale. In attesa della discussione politica, Mauro Rosati segretario generale di Qualivita nonchè consulente del ministero delle politiche agricole, crede si debba incentivare i giovani ad aprire locali tipici. “Non possiamo vietare l’apertura di locali etnici – ha detto ai microfoni di Are – è contro la democrazia ma potremmo prevedere sia a livello comunale che regionale facilitazioni e sgravi fiscali per chi decide di aprire un’attività che proponga i grandi prodotti agroalimentari senesi.

Con il ministero negli ultimi 3 anni abbiamo sviluppato progetti per invogliare i giovani a lavorare in campagna, stesso andrebbe fatto per il commercio così come per la ristorazione. Oggi parliamo di cucina toscana ma i cuochi dei ristoranti spesso sono stranieri e non conoscono la nostra tradizione, si usano prodotti precotti e i sapori sono omologati. Invogliamo i giovani cuochi a riscoprire le ricette della nonna ed a cucinarle espresse”.