Per l’Intervista della Settimana di domenica 26 febbraio alle ore12:10, Antenna Radio esse incontra Roberto Bassan, originiario di Tiene, in provincia di Vicenza, ma da ormai venti anni trasferito a Siena. L’accento però tradisce ancora la sua origine veneta. Bassan è ancora molto legato alle sue radici, ma l’ incontro con la nostra città e le sue straordinarie bellezze artistiche e paesaggistiche ha nutrito e alimentato la voglia di fotografare che da sempre è una sua caratteristica. Bassan ci racconta come si è avvicinato a questo mondo e come sia stato per lui importante e quasi “terapeutico” per superare alcuni momenti difficili. Attraverso la fotografia e la concentrazione necessaria per trovare la luce e il momento perfetto, è riuscito a crearsi una dimensione assolutamente appagante e distaccata dai problemi della realtà con i quali tutti prima o poi dobbiamo confrontarci. Oggi che tutti si sentono un po’ fotografi e i devices a nostra disposizione favoriscono questa illusione, oggi che non si pagano più le costose pellicole di una volta, tutti fotografiamo tutto, in ogni momento e siamo diventati reporter e fotografi, ma dove è la differenza con chi lo fa per professione? “La fotografia oggi è molto più rapida, ma la qualità cambia a seconda delle attrezzature che si hanno, anche se ci sono telefoni formidabili – commenta Roberto Bassan – ma servono anche la sensibilità, l’improvvisazione e le conoscenze tecniche per fare foto interessanti. Lo scatto perfetto è il sogno di ogni fotografo, ma credo che non arriverà mai, perchè ho sempre obiettivi diversi e ho capito che la a foto più bella è sempre quella che devi ancora scattare”. Progetti per il futuro? “Scovare i tesori più nascosti di Siena e renderli fruibili a tutti; andare in quei luoghi che non sono aperti alle visite e fotografarli per poter condividere la bellezza, creare realtà virtuali che possano far vivere quelle esperienze che per motivi vari non tutti possono fare. Mi piace cercare di cogliere mediante l’arte fotografica ciò che si nasconde ma che non è evidente e diretto, e sono affascinato dal movimento, dal dinamismo del corpo animale o dall’energia umana emanata dal corpo che pratica sport con tecnica e passione”.