Morte David Rossi, Scarselli: “Fu aggredito prima di cadere, chi c’era in banca quella sera?”

La morte di David Rossi rimane avvolta nel mistero nonostante la perizia del colonnello dei Ris Zavattaro arrivi alla conclusione che si è trattato di suicidio. “La deduzione avviene per la mancanza di prove della presenza di persone che possano averlo gettato dalla finestra, non per certezza sulla volontà di Rossi di togliersi la vita”, ha detto Luca Scarselli, perito di parte, nell’intervista di stamani su Are. Depositate in procura venerdì scorso, le relazioni sia dei Ris che dell’anatomopatologa Cattaneo, saranno esaminate dagli inquirenti che dovranno decidere se archiviare per la seconda volta il caso o se chiedere ulteriori indagini. Certo è che lette le perizie, legali e tecnici della famiglia si pongono numerose domande. “Si deve essere trattato di un suicidio ‘assistito’ – ironizza Luca Scarselli – se si dice, come è scritto nella perizia, che il corpo al momento della caduta era appeso alla finestra, o che Rossi è stato vittima di un’aggressione prima di morire”. Da una lettura attenta delle perizie si evince che ci sono tanti particolari che non tornano. “I segni sul volto e sulla parte anteriore del corpo, secondo la dottoressa Cattaneo, sono dovute ad un’aggressione subita da Rossi tra le ore 18, ultima volta che è stato visto in vita, e le 19,45 quando cade dalla finestra. Chi lo ha picchiato? Chi c’era dentro la banca Mps? Purtroppo la storia è viziata da un comportamento omissivo della banca. Non credo che non si sapesse chi c’era dentro la sede di Rocca Salimbeni quella sera, ma non risulta un foglio delle presenze. Oggi a distanza di 3 anni è difficile reperire prove, lo stesso Zavattaro ipotizza il suicidio perchè scrive ‘presumo abbia fatto da solo perchè non trovo presenze terze’. Di contro è da considerare che l’ufficio di Rossi è stato controllato dopo anni… Insomma ci sono ancora tanti punti irrisolti a cui stiamo lavorando perchè non ci arrendiamo”.