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Misciattelli e Tamburella raccontano Aitason, la mostra che avvolge Palazzo Chigi Zondadari

Ben due ospiti per l’Intervista della Settimana di domenica 18 giugno alle ore 12:10. Il primo Flavio Misciattelli, presidente della Fondazione Palazzo Chigi Zondadari e con lui parlaremo della nuova mostra che ha momentaneamente trasformato la corte e i saloni dello storico Palazzo in piazza del Campo che porta il nome della sua famiglia, in un luogo espositivo dedicato a lavori di artisti italiani e internazionali. Il secondo ospite è Paolo William Tamburella artista romano che ha dato vita all’installazione Àitason che avvilluppa Palazzo Chigi Zondadari dall’esterno all’interno in un abbraccio fra natura e architettura che rompe ogni schema tradizionale e trasporta il visitatore in un mondo da favola, come nella dimora incantata della Bella e la Bestia, quando la natura irrompe nei saloni scintillanti, per causa di un incantesimo.

                                           

Àitason è una parola di origine etrusca che descrive la coltivazione della vite sugli alberi, tecnica anche conosciuta come vite maritata in riferimento al legame stretto che si crea tra la vite e l’ albero attorno al quale essa si avviluppa per sostenersi. Così nella mostra senese una ragnatela di tralci di vite si snoda dalla corte del Palazzo attraverso le sale del piano nobile in un movimento il cui ritmo sembra animare una danza nel salone da ballo.Una moltitudine di rami, uniti in un intreccio continuo, si arrampica e si espande intorno a finestre, balconi e opere della collezione di Palazzo Chigi Zondadari, in un rapporto dialettico nel quale la forza delle architetture settecentesche e quella della natura si confrontano in un simbolico abbraccio. “L’opera di Paolo William Tamburella sottolinea la volontà di attivare la casa-museo e aprirla alla comunità attraverso progetti di arte contemporanea” racconta Flavio Misciattelli, “per continuare l’incontro tra presente e passato, in cui le suggestioni reciproche possono diventare un’occasione di stimolo e conoscenza”. Nel grande salone da ballo, alcuni tralci di vite sradicate, raccolti dall’artista in Francia, alle pendici della montagna Sainte-Victoire tanto amata da Cézanne, si coprono di preziose armature dorate. Tutto il materiale per pel’installazione è stato raccolto dall’artista non solo in Provenza ma anche dintorni di Siena. Scrive la curatrice Valentina Bruschi nel catalogo: “L’installazione scultorea di Paolo William Tamburella diventa un’opera d’arte unica in cui l’intreccio di viti, dalle dimensioni sorprendenti, innestato nell’architettura settecentesca del palazzo, sembra celebrarne la magnificenza in un elogio dei secoli trascorsi e del tempo che vede l’elemento naturale porsi in simbiosi con la dimora, come se l’avesse abitata da sempre e da sempre fosse in dialogo con essa”.

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