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Mense e alloggi universitari, Cravos attacca la Regione Toscana

È un problema reale quello dei posti alloggio e delle mense universitarie a Siena. Gli interventi di messa in sicurezza – adesso a febbraio parte il cantiere in Fontebranda, poi sarà la volta delle residenze San Marco, Tognazza e infine San Miniato e San Prospero, il tutto nel giro di due anni – hanno causato la chiusura parziale delle residenze con una perdita di quasi metà dei posti letto, circa 600 dei 1.400 disponibili. Da maggio 2021 è chiusa la mensa Bandini (anche qui i lavori dovrebbero concludersi in un paio di anni), provocando file e scarsa qualità del cibo alla mensa Sant’Agata.

Il 30 gennaio si è tenuto un confronto tra i sindacati e l’azienda regionale per il Diritto allo studio, adesso sul tema interviene Cravos Siena. L’associazione studentesca individua come responsabili di questa situazione sia il Governo, per l’intenzione di smantellare le residenze pubbliche con l’housing universitario (modello che il DSU Toscana in consiglio regionale ha ampiamente criticato), ovvero costruendo nuovi student hotel con 660 milioni dei fondi Pnrr, e sia la Regione Toscana, che da quest’anno “smetterà di finanziare la voce “borse di studio e servizi aggiuntivi”; un taglio di 11 milioni e 785mila euro rispetto all’a.a.2021/2022, solo in parte (3milioni per il 2023) compensato dal Fondo Sociale Europeo”, fa sapere Cravos.

La mancanza di fondi aggiuntivi regionali, insieme ai lavori di ristrutturazione delle residenze, mette in ginocchio il Dsu Toscana, continua l’associazione senese. “L’azienda non può far altro che programmare e finanziare solo gli interventi prioritari di messa in sicurezza di alcune residenze tramite risorse proprie, lamentando la mancanza di almeno 1,2 milioni di euro, (cioè più della metà di fondi necessari) per il completamento dei lavori”.

Il ritardo nella realizzazione dei lavori sta provocando il rallentamento dello scorrimento della graduatoria di entrata nelle residenze, il riallocamento di gran parte degli studenti in edifici privati, l’erogazione di un contributo affitto e il conseguente aumento dei costi.

La relazione al bilancio previsionale prevede scenari ancora più apocalittici nelle annualità 2024-2025; l’azienda ipotizza ingenti tagli sulle mense a gestione indiretta (come a Siena mensa Sant’Agata) in caso di mancanza di finanziamenti regionali aggiuntivi e in assenza di un improbabile abbassamento dell’inflazione.

L’ampliamento del servizio ristorazione dei bar nei poli universitari non basta. Cravos, attraverso l’occupazione di mensa Bandini, ha ottenuto ingenti investimenti da parte della Regione per i lavori di ristrutturazione; quello che serve è un intervento deciso del Comune di Siena, ingiustificatamente silenzioso, il quale dovrebbe adoperarsi per far cominciare i lavori.

Data l’assurda volontà del governo di privatizzare le residenze universitarie ed esternalizzare il servizio mensa, secondo la nostra associazione un’efficace erogazione dei servizi collegati alle borse di studio è ad oggi possibile solo mediante un adeguato finanziamento regionale a sostegno dell’azienda del DSU Toscana e lo sblocco delle assunzioni pubbliche da parte dello Stato.

Il sistema di welfare toscano è da anni sotto attacco; il suo aggressore è in primis il Governo, ma l’esecutore materiale è la Regione Toscana.

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