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Lavoratori in nero e un neonato in fabbrica, chiusa ditta cinese a Torrita di Siena

Lavoratori in nero che alloggiavano in azienda e che venivano sfruttati e addirittura una madre costretta a portare in fabbrica la culla con il neonato per lavorare. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri di Torrita di Siena insieme a quelli del nucleo Ispettorato del Lavoro e al personale della Usl durante un’ispezione ad una ditta di abbigliamento di cui è titolare una cinese di 45 anni residente a Torrita.
La donna è stata denunciata per una lunga serie di violazioni: oltre ad aver impiegato un lavoratore extracomunitario privo di regolare permesso di soggiorno, che oltretutto alloggiava nei locali aziendali, e ad aver fatto lavorare una madre ancora soggetta all’astensione obbligatoria dal lavoro – con l’ulteriore aggravante di aver consentito la presenza del neonato all’interno della fabbrica, luogo potenzialmente insalubre per il bambino – le attrezzature con cui i dipendenti lavoravano erano prive delle norme di sicurezza.
Inoltre la titolare non ha comunicato agli enti preposti l’assunzione di tre lavoratori occupati “in nero” su un totale di nove impiegati, pari al 33,3% della forza lavoro presente; non ha nominato il medico competente per i lavoratori; non ha assicurato ai propri dipendenti una formazione adeguata alla mansione, non ha reso conformi ai requisiti di legge  i luoghi di lavoro;  non ha effettuato la valutazione dei rischi; non ha nominato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
La ditta è stata chiusa e la donna dovrà pagare 27mila euro di multa.
Denunciati anche l’extracomunitario cinese di 50 anni irregolare e la madre, anche lei cinese, di 26 anni per aver lavorato durante i tre mesi di astensione obbligatoria.

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