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L’abusivismo danneggia il turismo in Toscana. Federalberghi Toscana e sindacati chiedono impegno a garantire regole e sicurezza

L’Associazione Albergatori – Federalberghi Chianciano Terme, per mezzo delle parole del presidente Daniele Barbetti, sostiene l’operato della Federalberghi Toscana nel contrasto all’abusivismo nel settore della ricettività turistica. Proprio la principale associazione di categoria degli albergatori toscani ha infatti firmato un avviso comune assieme alle sigle sindacali di settore (Filcams, Fisascat, Uiltucs) per chiedere alla Regione Toscana norme più stringenti a garanzia della legalità e della sicurezza.

“Non c’è lavoro senza impresa, non c’è impresa senza il lavoro. – ha dichiarato Daniele Barbetti – In Toscana solo il 52% dei turisti pernotta in albergo, contro il 79% dell’Emilia-Romagna e l’84% del Lazio. Questo è causato anche dalla mancata regolamentazione delle nuove forme di ricettività che utilizzano la forma della sharing economy e che rischiano di provocare dei danni irreparabili al sistema ricettivo toscano, con inevitabili conseguenze sugli occupati nel settore. Gli alberghi sono imprese che creano ricchezza sul territorio e permettono la redistribuzione attraverso la creazione di posti di lavoro; le forme di ricettività non regolamentate, invece, producono rendita per i proprietari degli immobili ma non ricchezza sul territorio”.

Le problematiche relative all’abusivismo nella ricettività turistica sono essenzialmente tre: una fiscalità quasi completamente assente, un enorme rischio nella sicurezza per l’impossibilità di poter controllare adeguatamente le presenze sul territorio e una minore attrazione di investimenti, collegata alla minore occupazione nel settore. Il rischio è che l’immagine della Toscana possa limitarsi a quella di una meravigliosa scenografia di paesaggio in cui si viene ad affittare immobili, piuttosto che a fare investimenti.

“Il problema dell’abusivismo non riguarda solo Firenze o la costa toscana. – aggiunge Federalberghi Chianciano Terme – Il problema si estende anche in Valdichiana, come ad esempio a Montepulciano e in altri comuni, in cui si assiste al proliferare di forme di ricettività alternativa che poco apportano alle casse degli enti locali e che favoriscono soltanto rendite di posizione. Anzi, spesso la ricchezza creata in questo territorio viene trasferita fuori dalla Toscana o dall’Italia”.

Negli ultimi tempi stiamo registrando una diminuzione di strutture ricettive di modello imprenditoriale anche nel nostro territorio, a favore di altre forme di ricettività non regolamentate che danneggiano non soltanto gli alberghi, ma anche campeggi, affittacamere professionali e altre forme di ricettività regolari. I modelli imprenditoriali sono una garanzia per il consumatore, perché presuppongono uno standard minimo di formazione e di qualità: senza tali standard, si rischia di rovinare l’immagine della Toscana in termini di accoglienza e reputazione.

“Siamo di fronte a veri e propri casi di abusivismo. – conclude il presidente Barbetti – Le attività ricettive irregolari offrono spesso servizi alberghieri, anche se non potrebbero. Inoltre c’è un problema di leale concorrenza basata sulla tassazione: non è giusto che gli alberghi o i campeggi debbano pagare la TARI e l’IMU come attività ricettive, mentre chi opera nello stesso mercato attraverso appartamenti in affitto gestiti con il sistema della sharing economy possa pagare la TARI e l’IMU come civile abitazione. Questa è una concorrenza sleale che non può essere più tollerata”

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