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Ilenia Costa, studentessa dell’Università di Siena pubblica il libro “La voce del silenzio: le donne native americane scomparse e vittime di violenza di genere negli Stati Uniti”

“La voce del silenzio: le donne native americane scomparse e vittime di
violenza di genere negli Stati Uniti” è il frutto della ricerca qualitativa
realizzata dall’autrice per la tesi finale del suo percorso universitario.
Ilenia Costa, classe 2000, dopo la maturità linguistica in provincia di Viterbo, si trasferisce a Siena, dove si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali nell’estate del 2022. Scrive per la Radio universitaria ed è l’autrice e conduttrice del podcast “Ma che generə di linguaggio!” disponibile su Spotify.
L’opera, disponibile in tutte le librerie, riflette in maniera critica sull’epidemia di violenza che coinvolge le donne native americane negli Stati Uniti e su come la scarsa consapevolezza sociale e giuridica sia alla base di questa problematica. Infatti, nonostante le donne native siano vittime di violenza più del doppio di tutte le altre donne nella società americana, la voce delle vittime ricade nell’abisso normativo e giudiziario.

Gli Stati Uniti si presentano al sistema internazionale con un biglietto da
visita chiaro: punto fermo dell’economia mondiale; leadership nei valori
importati alla società europea, democratizzazione. Gli Stati Uniti
alimentano il grande sogno liberale del self made man: l’orizzonte a cui
aggrapparsi per realizzare le ambizioni giovanili è lì, oltre l’Atlantico. Ma, gli Stati Uniti non sono solo questo. L’American dream nasconde mostri
che i cantilenanti slogan politici, pubblicitari, culturali non possono
sopraffare.

Una delle principali piaghe nell’apparente perfezione degli Stati Uniti è la
mancanza di tutela nei confronti delle minoranze.
A tale scopo,il seguente elaborato vuole analizzare un aspetto concretamente
sottovalutato nel dibattito pubblico di interesse federale ed internazionale: la
violenza sulle donne native americane. MMIW: missing and murdered
Indigenouswomen, è così che le donne di origine nativa americana scomparse,
assassinate, vittime di abusi sessuali vengono ricordate dalle associazioni che ne chiedono giustizia . Giustizia che, in moltissimi casi, tarda ad arrivare o non si presenta del tutto.
Motivo questo che spinge le donne native d’America ad un’ostilità per il
sistema di giustizia federale,ma anche per la società americana, che stigmatizza le loro storie con stereotipi culturali.
Quattro donne su cinque appartenenti all’etnia degli Indiani d’America
continuano ad essere vittima di violenza sessuali nel corso della loro vita.
Nonostante ciò, la voce delle vittime rimane in molti casi inascoltata. Ed è
proprio la necessità di curare questa sordità legislativa e culturale a dare impulso a questo elaborato.

Il quesito che guida l’elaborato è: cosa è stato fatto e cosa ancora è
necessario fare, per preservare le donne native americane dagli abusi che
subiscono?
La ricerca è stata sviluppata in tre capitoli, che compiono un excursus sulla
questione attraverso un approccio storico-sociologico,giuridico.
Nel primo capitolo vengono ricercate le origini storiche delle violenze
esercitate sulle donne native d’America, fino ad arrivare allo sviluppo
contemporaneo di questa epidemia di violenza. L’analisi sociologica dà un
contributo fondamentale allo studio critico delle statistiche che sintetizzano i casi di violenza registrati sulle donne native,riportando anche lo studio della situazione durante l’emergenza sanitaria data dal COVID-19.
Il secondo capitolo è dedicato all’esame della problematica da un punto di
visto del diritto,sia internazionale che statunitense.In che modo le MMIW
vengono tutelate dalla legislazione internazionale e federale?
Il terzo capitolo si propone di portare a conclusioni le lacune sollevate nei
due capitoli precedenti ed identificare gli ultimi aggiornamenti legislativi
per rispondere alla violenza di genere su ll e donne native americane.

L’analisi vuole identificare gli obiettivi da perseguire per far sì che le donne
native americane non siano più soggette ad una condizione di tale
vulnerabilità fisica e psicologica.
Le donne native d’America lanciano un messaggio di coraggio e
cambiamento, ma senza un riscontro federale ed internazionale non sarà
possibile rispondere. Se la mia voce può riuscire ad amplificare la loro,
riflettendo e sensibilizzando sul manto di violenza che strozza la loro
dignità, questo lavoro di ricerca raggiungerà il suo scopo: aggiungere un
bagliore di attenzione in più sulle storie di queste donne per troppo tempo
dimenticate.

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