E’ fissato per domani mattina alle 9 in Piazza Matteotti il ritrovo per la mafestazione studentesca indetta dal Collettivo Marasma, che poi farà visita ai vari istituti citadini per sensibilizzare studenti e cittadini in generale su varie problematiche che riguardano la scuola. Di seguito il comunicato diffuso dal Collettivo
“Sono passati due mesi dal ritorno sui banchi di scuola e ben cinque mesi dall’insediamento del governo Lega – M5S, il famigerato “governo del cambiamento”, ma le cose non sono cambiate affatto.
Filo conduttore delle riforme approvate dai vari governi negli ultimi anni lo si individua in diverse costanti, prima tra tutte quella del definanziamento della scuola pubblica, che si somma allo smantellamento del diritto allo studio, minato da costi sempre meno accessibili di mobilità e libri di testo. Anche a Siena cittadini e studenti hanno a più riprese contestato l’aumento considerevole delle tariffe a fronte di nessun miglioramento dei servizi. Queste misure vanno a minare la stessa possibilità degli studenti, soprattutto quelli provenienti da fuori delle mura, di vivere liberamente la città e di usufruire in modo approfondito degli ambienti scolastici, universitari e, più in generale, culturali.
Decenni di riforme imposte dall’UE hanno modificato in modo irreversibile la scuola, con lo scopo di difendere la cultura di impresa e di mercato e di formare giovani generazioni pronte ad un lavoro gratuito, precario e privo di diritti e di tutele. In Italia, con la riforma Buona Scuola del governo Renzi, è stata infatti introdotta l’Alternanza Scuola Lavoro (ASL). Ormai ragazze e ragazzi minorenni sono costretti a vedersi operai e non più studenti, in quanto il mondo della formazione è totalmente asservito al mercato e la scuola assume sempre più dinamiche aziendalistiche. Moltissimi sono i casi di studenti che si sono trovati nella condizione di dover denunciare svariate forme di sfruttamento all’interno del contesto dell’ASL, o di incidenti legati alla scarsa sicurezza sui posti di lavoro (un caso recente e vicino a noi quello del ragazzo diciassettenne di Prato, che lo scorso giugno si è amputato la falange di un dito in una officina meccanica).
Nonostante il ministro dell’Istruzione Bussetti abbia dichiarato una diminuzione delle ore obbligatorie di ASL, dal DEF si può evincere che i fondi risparmiati attraverso questa riduzione non saranno reinvestiti in materia di Istruzione, ma anzi vi sarà un sostanziale taglio dei finanziamenti alle scuole pubbliche.
Un altro elemento di continuità tra il governo passato e quello attuale è la narrazione securitaria che, con il decreto su sicurezza e immigrazione e il decreto “Scuole Sicure”, ha portato ad un inasprimento delle misure repressive dentro e fuori le scuole, già previste ed avviate dai decreti Minniti-Orlando. Sono infatti all’ordine del giorno anche nella nostra città, e non solo da quest’anno scolastico, “blitz” antidroga nelle scuole. Gli interventi previsti in “scuole sicure” (incremento video-sorveglianza e forze di polizia) saranno concentrati in quelle zone tacciate di degrado per le quali l’interesse dei governi in manovre preventive e di riqualificazione, e non meramente repressive, è ed è sempre stato in realtà nullo. Occorrerebbe riflettere sull’efficacia reale di queste misure punitive. Crediamo che un approccio prettamente proibizionista non risolva il problema alla radice ma si limiti, non trattando realmente il tema della prevenzione e della cura delle tossicodipendenze, all’aspetto penale della questione. Un aspetto che crediamo non si possa trattare criminalizzando gli studenti e militarizzando gli ambienti scolastici.
E’ un dato di fatto che il consumo di sostanze tra gli adolescenti non accenni a diminuire, nonostante si continuino ad investire soldi nella repressione sistematica mentre le scuole ci crollano addosso. Non possiamo riportare dati su Siena, perché non sono stati resi pubblici, ma secondo il dossier Ecosistema Scuola di Legambiente datato 2017, il 40% delle scuole italiane necessita di interventi di manutenzione urgenti, il 65,1% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (1971) e solo il 42,2% degli edifici risulta essere dotato di certificato di prevenzione incendi.
Vogliamo prevenzione, non repressione.
Vogliamo una scuola accessibile e adeguatamente finanziata, una scuola realmente formativa e che non ci abitui allo sfruttamento”.
ASCOLTA L’INTERVISTA DI LUIGI PANDOLFI, MEMBRO DEL COLLETTIVO MARASMA