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Chiude Un Tubo: “A Siena non ci sono le condizioni per un locale così”

“I proprietari hanno deciso di chiudere dopo diverse sanzioni e poi il provvedimento di chiusura arrivato proprio nei giorni di Pasqua, perchè non ci sono le condizioni a Siena perchè un locale del genere sopravviva”. Sono le parole di Giulia, art director de “Un Tubo”, locale che si trova in via del Luparello, in pieno centro, e che termina la sua attività dopo l’ultimo spettacolo di stasera. “E’ un problema di regolamento cittadino della musica dal vivo. In sostanza non esistono le licenze, sono chiuse da una legge di tutela di alcuni anni fa e senza quel permesso si può fare musica dal vivo solo quattro serate al mese, che chiaramente non è un regime possibile per un locale che investe in una programmazione dal vibo. Quindi proprio non ci sono le condizioni, però, viste anche le reazioni alla nostra chiusura, sono fiduciosa nel fatto che la città prima o poi esprima un interesse per un centro storico che sia vivo, vivace, chiaramente nel rispetto di chi vive nel centro storico.
In tre anni di programmazione abbiamo fatto un grande lavoro, siamo diventati un punto di riferimento per il jazz internazionale e parallelamente abbiamo costruito importanti sinergie con le risorse della città, come Siena Jazz o la scuola Franci. Speriamo in un futuro di poter portare avanti i progetti che avevamo messo in piedi”.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Un Tubo

Era ottobre 2012 quando, nel cuore del centro storico di Siena, nasce un Tubo. Nasce giuridicamente come circolo con l’intento di creare un posto dove dare spazio a diversi progetti culturali, dove stare insieme per discutere, ascoltare, vedere, e bere in maniera differente.
L’idea era di poter creare un circuito artistico indipendente dalle dinamiche cittadine. Il progetto è nato dalla volontà di rilanciare oggi l’esperienza che abbiamo maturato con l’Osteria Le Logge, un luogo che si è nutrito ed ha a sua volta alimentato il tessuto culturale ed intellettuale della Siena anni ’80. Di qui, la scelta di finanziare privatamente un progetto che nel suo piccolo, con il contributo di tanti artisti, diventasse un laboratorio, un luogo di sinergie feconde. Produrre e non piangere, era il nostro obiettivo.
Dopo tre mesi ci dobbiamo fermare, per una battaglia estenuante con i vigili urbani: un Tubo non può essere un circolo. Siamo a dicembre 2012.
Nel luglio 2013 ci confrontiamo con la nuova amministrazione presentando il nostro progetto che, dobbiamo dire, viene accolto con entusiasmo: in molti – anche tra la politica – dicono che la città ha bisogno di risvegliarsi e uno dei punti cruciali sarà riaprire ai locali la possibilità di fare musica dal vivo modificando un regolamento comunale che ha chiuso le licenze di pubblico spettacolo e parallelamente consente di fare musica dal vivo solo quattro sere al mese.
Di fatto però, le norme non sono ancora cambiate. Dicono che bisogna trovare una sintesi tra le diverse esigenze: quella di una città culturalmente viva, aperta ai giovani, ma nel contempo vivibile anche per chi ci abita. Bene, noi siamo d’accordo. Ma allora occorre uno scatto in avanti. Siamo stati costretti alla chiusura per tre giorni in ragione di controlli ripetuti che hanno puntato il dito contro la mancanza di autorizzazioni specifiche ancora necessarie per la normativa attuale. Comprendiamo le ragioni di chi risiede in città e vorremmo trovare una soluzione che faccia coesistere a Siena, così come avviene in tutta Europa, una città viva e una città vivibile. Vorremmo però continuare a dare il nostro contributo culturale, musicale ed economico alla città. E la città e il Comune possono capirlo, aprendo alle opportunità cercando di tutelare, con una nuova disciplina, avanzata e innovativa, chi produce cultura e lavoro.
Questo ci aspettiamo. Nel frattempo, con rammarico, siamo costretti a cancellare l’attuale programmazione, la stessa che fino ad oggi ha permesso il passaggio in Città di tanti artisti, che ha portato ad un consolidato riconoscimento a livello internazionale, che ha saputo costruire sinergie con le importanti istituzioni di formazione musicale supportate dalla Città; tutto questo con un grande sforzo da parte nostra che speriamo sia ben compreso da tutti.
Ci adeguiamo a quello che l’attuale – e ormai obsoleta – ordinanza comunale del 2005 impone. Auspichiamo che l’intenzione dell’Amministrazione di rinnovare per aprire, di dare forma e sostanza ad una spinta culturale ed economica che rafforzerebbe la dimensione città accogliente, aperta e internazionale si realizzi davvero e in tempi che la distinguano da un passato farraginoso e sordo alle istanze su cui si fonda un pezzo importante del futuro di Siena.

A tempi migliori!

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