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Carni priva di tracciabilità e lavorate in stabilimenti non riconosciuti, intervengono i carabinieri forestali

Sequestrate ingenti quantità di carne prive di tracciabilità e lavorate in stabilimenti non riconosciuti. Sono intervenuti i carabinieri forestali di Montalcino che hanno portato a termine una lunga attività investigativa avente ad oggetto accertamenti sulla filiera commerciale di valorizzazione delle carni di selvaggina cacciata. Le indagini hanno interessato in le province di Siena, Pisa, Firenze e Grosseto e si sono svolte con il contributo di tre dipartimenti di prevenzione Asl e di svariati reparti di Carabinieri Forestali. Da esse è emerso che la società che svolgeva l’attività di commercio all’ingrosso delle carni di selvaggina (cinghiale e capriolo in particolare) ha sistematicamente disatteso le principali norme sanitarie e di rintracciabilità degli alimenti di origine animale, la lavorazione, il deposito, l’etichettatura e la messa in commercio sia allo stato fresco che conservato. Svariati i reati contestati alla ditta, sia di natura venatoria e sanitaria. Sono state contestate 44 sanzioni amministrative, per un importo notificato pari a 26.300 euro.

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