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Benvenuti apre la stagione di Metaversi con lo spettacolo “Falstaff a Windsor” in scena il 3,4,5 Novembre!

Al via la stagione Teatrale di Siena che apre il 3-4 e 5 novembre con lo spettacolo Falstaff a Windsor con Alessandro Benvenuti, testo e regia di Ugo Chiti.

Un lavoro dedicato a uno dei grandi personaggi scespiriani. Uno spettacolo in cui ci si diverte, ma alla fine non manca il sorriso amaro della vita. Dopo la prima nazionale al Niccolini di San Casciano, Falstaff a Windsor inizia da Siena una tournée che lo porterà nei palchi di tutt’Italia.

SABATO 4 NOVEMBRE, alle ore 18.00 riprendono gli incontri con le compagnie. Nella caffetteria del foyer del Teatro dei Rinnovati.

 

Info sullo spettacolo:

“In questo adattamento l’eroe e antieroe “resuscita” a Windsor esprimendo, gigione e irridente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica, con un sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa, darsi le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”.

Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale delle Comari di Windsor, ne rispetta gli appuntamenti farseschi; si lascia beffare, esce avvilito e percosso dai travestimenti, sembra quasi masochisticamente rimpicciolito, anche se dietro queste mutazioni ribolle la rabbia del personaggio che sembra ancora pretendere il rispetto dovuto all’antico ruolo del cavaliere.

Solo l’ultima beffa, l’ennesimo inganno di un’attesa punitiva nel parco, cambia struttura e andamento narrativo. Il mutamento arriva grazie all’intervento di Semola, un personaggio che fin dall’inizio ha fiancheggiato Falstaff facendosi assumere come paggio: servizievole, irridente, mutevole, inquietante, occupa allusivamente la funzione di un fool che solo alla fine (allucinazione o sogno?) assume le vesti e le sembianze del principe Enrico, tornato a bandire Falstaff dal consorzio umano. Niente fate, folletti, fastidi e pizzicotti, ma l’asprezza di una condanna che ribadisce come nell’ordine prestabilito del potere non si trovi posto dove collocare un corpo tanto grande quanto irrazionale e magico.”

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