Sta per finire il “Time out” giudiziario, quello dell’inchiesta della guardia di finanza sulla Mens Sana Basket. I protagonisti, continuando nella metafora cestistica, torneranno in campo, anzi in un’aula del tribunale per rispondere di una serie di accuse che saranno formulate a fine gennaio con gli avvisi di conclusione delle indagini. Secondo indiscrezioni siamo alle battute finali di lunghe indagini iniziate nel 2012 che hanno portato agli arresti domiciliari nel maggio del 2014 del presidente Minucci e di altre 4 persone. Oltre agli indagati pare siano una cinquantina le persone coinvolte nell’indagine che a vario titolo hanno avuto rapporti con la società ed il suo massimo dirigente. “Il giorno in cui diventò di dominio pubblico l’inchiesta – ha spiegato ai microfoni di Antenna Radio Esse il giornalista de La Gazzetta dello Sport Giuseppe Nigro -, erano 30 gli indagati, oltre ai 6 principali, molti erano giocatori finiti nei guai per evasione fiscale; questi hanno transato e probabilmente oggi sono chiamati a rispondere le persone che si occupavano del controllo dei bilanci. Sicuramente sono state oggetto di indagine, poi bisognerà vedere se diventeranno destinatarie di una richiesta di rinvio a giudizio.
Ricordiano che l’inchiesta si è estesa su più filoni: pagamento in nero dei tesserati, cessione del marchio, associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta. Insomma possiamo considerare questa una delle inchieste più complicata perchè si sviluppava su più fronti anche sull’ipotesi che siano transitati nella società sportiva soldi destinati altrove. Se a fine gennaio si chiuderanno davvero le indagini, saranno rese pubbliche le carte e ne sapremo di più delle persone coinvolte e delle ipotesi di reato definitive”.
Intanto sono a rischio gli scudetti?
“La Fip sta analizzando la documentazione ricevuta dalla procura, se alcuni bilanci risulteranno non corretti si potrebbe dimostrare che la Mens Sana non aveva diritto di giocare i campionati che poi ha vinto”.
L’inchiesta “Time out” verso la conclusione
