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Una Rubrica Leggerissima: “The Blacklist”, quanto può essere affascinante il lato oscuro

Intrigo, confusione, dubbio sono da sempre al centro delle storie di spionaggio con cui i migliori racconti letterari e cinematografici catturano i proprio fan. Personaggi seducenti che si muovono tra le opacità di mondi sovrapponibili nei quali il confine tra giusto e sbagliato si sposta sempre un po’ più verso il “noir” muovendosi fluido insieme alle scelte dei protagonisti.
Questa capacità di coinvolgimento, di attrazione verso i cattivi è la forza della serie televisiva statunitense (ancora in corso dal 2013) “The Blacklist”: 8 stagioni (con la nona in programmazione) e al momento 170 episodi con al centro uno dei più pericolosi criminali al mondo, ricercato anche dall’FBI, Raymond “Red” Reddington, la cui complessa interpretazione è stata affidata al poliedrico James Spader (lo ricordiamo tra i tanti lavori fatti e nomination ricevute per il film “Sesso, bugie e videotape” con cui vinse nel 1989 il premio come migliore attore al Festival di Cannes; “Stargate” del 1994; o per le serie TV “The Practice” e “Boston Legal” per le quali ha ricevuto gli Emmy come miglior attore in una serie drammatica).
Di che cosa parla “The Blacklist”?
Raymond Reddington inizia a collaborare proprio con chi gli dà la caccia e durante l’evoluzione della serie non fa mistero del perché: bloccare le attività degli altri criminali con l’aiuto dell’FBI ma grazie alle sue conoscenze gli permette di “eliminare” la concorrenza. Ma davvero la trama di “The Blacklist” è così lineare? Affatto. Ogni episodio è una storia completa, con un inizio e una fine, ma il filo narrativo che porta per mano gli spettatori dalla prima all’ultima stagione è molto più intrecciato, ricco di mistero, colpi di scena e situazioni paradossali.
La serie inizia infatti con “Red” che si costituisce a sorpresa decidendo di fornire all’FBI ogni informazione utile sui criminali incontrati in carriera a patto che come suo unico referente ci sia Elizabeth Keen (Megan Boone), una giovane analista al suo primo giorno al Bureau. “Lizzie” diventa così parte integrante di una unità operativa segreta dedita a risolvere i casi forniti proprio da Reddington che fanno parte della sua speciale blacklist.
Ma chi è realmente Elizabeth Keen? E Reddington? Di che natura è poi il legame che li unisce? Sono solo alcune delle domande che arrovellano il pubblico (e quindi anche la sottoscritta) mentre i colpi di scena ti spingono ad assumere il punto di vista ora dell’uno, ora dell’altra.
La serie, sebbene sia ambientata principalmente a Washington, è girata a New York e nell’area di Long Beach; Jon Bokenkamp, John Eisendrath, John Davis, John Fox, James Spader, Lukas Reiter, J.R. Orci e Laura A. Benson ne sono i produttori esecutivi. “The Blacklist” è una produzione Sony Pictures Television e Universal Television in associazione con Davis Entertainment; in Italia va in onda su Fox Crime (gli episodi in streaming si possono recuperare su NOW TV).
Una puntata interessante che invito a guardare a prescindere dalla passione per l’investigazione è il finale della settima stagione. A causa della pandemia, infatti, la produzione ha dovuto “inventarsi” un episodio ibrido a metà tra live-action e animazione in stile graphic novel; per poterlo realizzare, i membri del cast hanno registrato i dialoghi nelle rispettive abitazioni, e in seguito i montatori e gli animatori hanno unito da remoto tutto il materiale ricevuto dando vita a qualcosa di davvero “unico”, un esperimento che vale la pena di conoscere.

a cura di Simona Merlo

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