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Una famiglia toscana su dieci arriva con grande difficoltà a fine mese

Una famiglia toscana su dieci dichiara di arrivare con grande difficoltà alla fine del mese, mentre quasi 5 su 10 ritengono che nel 2022 la propria situazione economica sia peggiorata, a causa anche dell’inflazione e dell’aumento dei costi dei servizi essenziali. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal sesto rapporto su “Povertà e inclusione sociale in Toscana”, frutto della collaborazione tra Osservatorio Sociale Regionale, ANCI Toscana, IRPET, Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, Università di Siena e Caritas Toscana.

Il rapporto è stato presentato oggi a Firenze nel corso di un incontro organizzato a Palazzo Strozzi Sacrati cui hanno partecipato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli.

L’accurata fotografia statistica è dedicata in gran parte al 2021, ma contiene anche un’indagine campionaria realizzata da Irpet a ottobre 2022 su un campione di 3.017 famiglie. Soprattutto da quest’ultimo lavoro sui redditi e le condizioni di vita delle famiglie toscane emerge con chiarezza che, se nel 2021 grazie agli interventi pubblici e alla ripresa del mercato del lavoro i redditi avevano tenuto ed il fenomeno della povertà non era cresciuto, nel 2022 l’inflazione e l’aumento dei costi dei servizi essenziali hanno peggiorato fortemente la situazione.

Così dal 2% di famiglie che facevano fatica ad arrivare alla fine del mese del 2021 si è arrivati al 10%, e se erano 12 i toscani su 100 che si descrivevano come poveri ora si è passati a 14.

E’ anche cresciuta la percezione circa il cambiamento della propria condizione economica.

Se nel 2021 il 33% dei toscani denunciava una situazione economica peggiorata rispetto al passato, nel 2022 questa forbice si è allargata di un 13% in più toccando quasi metà del campione (46%).

E sono cambiate anche le aspettative per il futuro: nel 2021 solo il 17% degli intervistati immaginava un peggioramento della situazione, quota che nel 2022 si è alzata di 16 punti (37%).

Secondo le simulazioni illustrate nell’ambito dell’indagine Irpet nel 2022 a causa di inflazione e caro bollette la spesa media delle famiglie toscane sarebbe aumentata di 3.480 euro. L’aumento della spesa avrebbe inciso sul reddito familiare in media dell’8,9%, ma con percentuali più alte (fino al 23,1%) per le famiglie indigenti.

Gli interventi pubblici sui prezzi e sui redditi sono riusciti ad attenuare questo impatto mediamente del 38%, ma anche in questo caso in maniera più incisiva sulle famiglie più povere: 72,6%.

I dati sulla distribuzione del reddito confermano questa situazione di difficoltà: in Toscana, sempre secondo l’indagine Irpet, l’8% delle famiglie dichiara che il proprio reddito netto mensile è inferiore a 600 euro al mese, il 10% a meno di 800, il 25% a meno di 1.200 euro al mese, la metà a meno di 2.000 euro.

La povertà relativa è un parametro statistico che esprime le difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi in rapporto al livello economico medio di vita dell’ambiente o della nazione

In Toscana la percentuale di famiglie in povertà relativa è pari al 15,1% delle famiglie e aumenta nelle coppie con figli, specie se minori (20,9%),

Nell’analisi per zona emergono differenze rilevanti. Le prime due zone con povertà relativa maggiore sono la Valle del Serchio (24%) e le Apuane (22%) seguite da pratese e pistoiese (20%).

Nell’indagine Irpet figurano anche una serie di domande relative a vari aspetti connessi alla povertà, che vanno dalle difficoltà di accesso ai beni essenziali sino all’esclusione dai servizi ricreativi e culturali.

Secondo questa ricerca ben il 16% delle famiglie toscane dichiara di avere difficoltà a mangiare carne o pesce in modo regolare, il 21% non può permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, il 18 fa fatica con il pagamento delle spese di trasporto, il 3 ha difficoltà ad acquistare beni necessari ai bambini

E ancora il 24% delle famiglie dichiara di avere problemi nel pagamento delle spese relative alla salute come farmaci e visite mediche.

Il 32% dei toscani non può permettersi una settimana di vacanza all’anno lontano da casa, il 28 non ha la possibilità di andare a cinema, teatro o ristorante almeno una volta al mese.

Il rapporto contiene anche una analisi delle misure di contrasto alla povertà, in particolare del reddito di cittadinanza.

Nel 2021 i nuclei familiari beneficiari di Reddito di cittadinanza in Toscana sono stati 53.438, in leggera diminuzione rispetto al 2020; l’incidenza di nuclei beneficiari sul totale delle famiglie è pari al 3% con una incidenza più elevata nelle zone delle Apuane, nel livornese e nella Valdinievole dove arriva al 5%.

“E’ priorità politica della Regione rimuovere le condizioni di povertà per quel 10% di famiglie toscane che faticano ad arrivare alla fine del mese”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani aprendo la presentazione del sesto rapporto sulle povertà in Toscana a Palazzo Strozzi Sacrati, insieme all’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli.

“Purtroppo – ha proseguito Giani – siamo consapevoli che difficilmente le condizioni attuali, dovute ai costi delle bollette e dell’energia e all’inflazione a due cifre potranno migliorare  nel breve periodo, che servirà più tempo. E’ quindi necessario anche in questa fase fare tutti gli sforzi possibili. Come Regione abbiamo recentemente impegnato 16 milioni di euro perché l’assessorato alle politiche sociali possa individuare e sviluppare interventi concreti di sostegno alle famiglie in difficoltà, in sinergia con i comuni. Inoltre stiamo cercando di intervenire laddove ci sono ancora le condizioni per mantenere un equilibrio che non faccia cadere in condizioni di povertà. Interventi come gli asili nidi gratis per le famiglie sotto i 35.000 euro di Isee sono misure concrete che la Regione mette in campo per fronteggiare questo fenomeno”.

“Il rapporto – ha sottolineato Serena Spinelli – mostra con chiarezza e direi anche con crudezza gli effetti prodotti dalla crisi energetica conseguente alla guerra e dalle spirale inflattiva. I rincari di bollette, mutui, beni essenziali hanno messo in ginocchio tantissime famiglie. Davanti a una situazione come questa la lotta alla povertà e alle disuguaglianze dovrebbe essere la prima priorità nell’agenda politica del Paese, mentre invece il governo continua a fare altro. Anzi, elimina anche gli strumenti di contrasto esistenti: ha azzerato il fondo per il contributo affitti e la morosità incolpevole, che consentiva a ventimila famiglie in Toscana di essere aiutate a fronteggiare questa ingente spesa mensile. Ed è intervenuto a limitare il reddito di cittadinanza (in Toscana almeno 14mila famiglie sarebbero già interessate dal taglio di mensilità previste) senza prevedere nessuna alternativa per chi si trova in situazione di disagio economico e povertà”.

“I dati che presentiamo oggi – ha concluso Spinelli – mostrano invece quanto possa essere prezioso l’intervento pubblico davanti a scenari come quello che si è manifestato nel corso del 2022: gli interventi pubblici hanno compensato mediamente del 38% l’aumento di spesa dovuto all’inflazione, percentuale che è salita al 73% nel caso delle famiglie più povere. L’assenza di nuovi interventi e la limitazione da parte del Governo degli strumenti a disposizione degli enti locali, rischiano invece di far precipitare sempre più in basso migliaia di famiglie. In un Paese che già sconta gravi ritardi rispetto a pensioni e salari bloccati e in troppi casi inadeguati, questo atteggiamento è gravissimo”.

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