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Truffa dell’oro giallo. Olio pugliese e greco venduto come Toscano Igp. A Siena la firma di un protocollo d’intesa

Il Corpo Forestale di Grosseto, coadiuvato dal Nucleo Agroalimentare e Forestale (N.A.F.) di Roma e dall’Aliquota della Forestale della Sezione di polizia giudiziaria della questura di Grosseto e insieme con l’ICQRF Toscana e Umbria (Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, hanno dato esecuzione al decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di cinquanta tra società e imprenditori individuali (commercianti, imbottigliatori di olio nazionale e toscano, titolari di frantoi), nelle province di Grosseto, Firenze, Arezzo, Siena e Foggia. Il Corpo Forestale dello Stato ha impiegato in questa operazione addirittura oltre cento persone, provenienti da tutta la Toscana. Su disposizione, inoltre, della Procura di Grosseto, la Forestale, il NAF e l’ICQRF si sono giovati dell’ulteriore ausilio del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, per la migliore acquisizione del materiale informatico ritrovato presso i vari esercizi commerciali. Sono state sequestrati, inoltre, circa 200 quintali di olio, risultato proveniente dalla Puglia ma destinato alla commercializzazione come IGP Toscano. L’attività investigativa nel suo complesso ha permesso di far emergere una consolidata attività illecita di commercializzazione, come olio extravergine di oliva IGP Toscano, di olio in realtà proveniente dalla Puglia e dalla Grecia. In tal modo, gli indagati sono riusciti a lucrare sul maggior prezzo che l’olio toscano, di valore, ha rispetto all’olio italiano e comunitario, sia sul mercato nazionale che sui mercati esteri. Lo stratagemma è stato scoperto anche grazie all’analisi del DNA e ciò attraverso il confronto dei polimorfismi lungo il genoma. Le indagini, partite dall’esame delle attività di alcuni soggetti che acquistavano olio greco per poi cederlo come olio italiano o addirittura toscano IGP, si sono estese fino a rivelare come lo stesso tipo di frode venisse perpetrato – in forme e in quantità diverse – da una estesa pluralità di imprenditori. L’attività illecita è stata possibile con la connivenza di titolari di frantoi che hanno simulato false moliture e accettato pari quantitativi di olio in nero proveniente dalla regione Puglia, inquinando con queste false partite il prodotto di pregio dell’olio della Toscana.

La carenza di produzione di olio nazionale – circostanza verificatasi con particolare intensità nell’annata 2014 – non può giustificare le azioni illegali con le quali si “fabbricano” tonnellate di olio nostrano con false certificazioni e transazioni.

Lo sviluppo di un settore agricolo e agroalimentare così importante per la Toscana e per l’Italia non può prescindere da vigorose azioni di contrasto ai crimini agroalimentari che, realizzando – a vantaggio di pochi soggetti – business illegali, mettono fuori mercato coloro, agricoltori e imprenditori agricoli, che producono olio di qualità e di pregio, come l’autentico olio IGP Toscano. La tutela dell’economia e del territorio nazionali e la rivalutazione dell’olio extravergine di oliva dipendono anche dalla lotta ai contraffattori agroalimentari. Il 25 marzo la procura di Grosseto, insieme con le Procure di Firenze, Siena e Arezzo, firmerà, a Siena, un protocollo d’intesa in materia di prevenzione e repressione delle frodi agroalimentari, con il Presidente della Regione Toscana e la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Firenze.

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