Si è svolto da giovedi 5 a sabato 7 giugno l’appuntamento con il Festival del Giornalismo a Siena appuntamento organizzato dal 2022 dal Gruppo Stampa Autonomo Siena associazione costituita nel 1968.
Nella prima giornata di giovedi 5 giugno al panel presso la Contrada di Valdimontone, organizzato dal Gruppo Stampa Autonomo Siena e moderato da Simonetta Lodi, hanno preso parte anche Anna Laura Bussa (ANSA). Andrea Giannattasio (Radio FirenzeViola) è il caporedattore di Radio Vaticana-Vatican News, Luca Collodi, che ha ripercorso i giorni del Conclave che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV: “Raccontare un Conclave significa dare voce con un giornalismo attuale, moderno, ad una vicenda e un contesto antichi, che hanno regole precise, prima tra le quali non avere fatti manifesti, visibili a tutti, da commentare”. Collodi si è pure soffermato sulle notizie circolate per settimane sulla presunta morte di Papa Francesco: “Le fake news diffuse sui social sono state una novità rispetto al passato. Professionalmente ci dobbiamo confrontare con notizie prive di fondamento che rischiano di avere pari dignità, soprattutto se combattute inseguendole: non dobbiamo rincorrere questi fenomeni, la scommessa da vincere per il mondo dell’informazione è mantenere fede alla verità”
“Ho sempre immaginato la radio come un falò, uno di quelli attorno ai quali gli anziani radunavano i giovani per renderli partecipi dei loro racconti”. Riccardo Cucchi, ospite della prima giornata del Festival del Giornalismo di Siena, ha raccontato la sua lunga e prestigiosa esperienza di radiocronista sportivo nell’ambito del corso “Dalla radio ai podcast. Come cambia il linguaggio”, ospitato da una sala museale della Contrada di Valdimontone affollata da giornalisti e studenti universitari. “Ho realizzato il sogno di ogni radiocronista sportivo, pronunciare la fatidica frase Campioni del Mondo” ha aggiunto Cucchi, che poi ha voluto rivolgere un appello a chi, oggi, si occupa del racconto sportivo: “Il compito del radiocronista, o del telecronista, è raccontare un evento, non sovrapporsi ad esso”.
Molto intensa la seconda giornata svoltasi venerdi 6 giugno ed ospitata prima dal Museo della Contrada della Chiocciola ed a seguire della sede museale della Contrada Capitana dell’Onda . Nell’ambito dell’incontro, moderato da Giovanna Romano, presidente del Gruppo Stampa Autonomo Siena, anche l’intervento in collegamento remoto di Serena Bortone. “Viviamo un clima impazzito di sfiducia – ha detto la giornalista e conduttrice televisiva -, una sfiducia creata a tavolino, sobillata dall’alto mediante certi provvedimenti legislativi, per limitare fortemente il lavoro dei giornalisti. Siamo in un’epoca nella quale chiunque può utilizzare mezzi di comunicazione per fare e dire tutto ciò che vuole, ma il problema sono considerati i giornalisti quando, facendo il loro lavoro, rilanciano certe notizie”.
Al tavolo del Festival del Giornalismo si sono alternati poi Giampaolo Marchini (“Nella classifica della libertà di stampa l’Italia è scivolata dal 46esimo al 49esimo posto nel mondo, ma ilParlamento, nonostante la presenza di molti colleghi giornalisti, non lavora su nostre proposte di riforma della professione” ha detto il neo eletto presidente ODG Toscana), Guido D’Ubaldo (presidente ODG Lazio) e Laura Pugliese (consiglio disciplina ODG Toscana), che hanno trattato il tema del nuovo codice deontologico.
“La possibilità di fornire una corretta informazione su ciò che succede nelle aule di giustizia è fortemente a rischio: chi, con il decreto legislativo che vieta la pubblicazione integrale delle ordinanze di custodia cautelare, aggiunge che ne faremmo un copia/incolla, lo dice per tapparci la bocca”. Carlo Bartoli, presidente Ordine Nazionale dei Giornalisti, lancia l’allarme nel corso del Festival del Giornalismo di Siena, ospite del panel “Legge bavaglio, presunzione d’innocenza e altri interventi che incidono sul lavoro di cronaca: il giornalista alle prese con informazione, giustizia e il nuovo codice deontologico” organizzato dal Gruppo Stampa Autonomo Siena. ”Siamo di fronte a un quadro preoccupante – ha spiegato Bartoli -, reduci da anni nei quali la politica ha anestetizzato la possibilità di dare una compiuta informazione dei fatti di cronaca giudiziaria, e alle prese con le sfide, complesse, che la categoria sta affrontando per affermare la propria qualità e professionalità di fronte al dilagare di contenuti alterati, prodotti sul web dall’intelligenza artificiale generativa”.
Due ore trascorse all’insegna del fotoracconto giornalistico, ma pure dei temi deontologici che ne devono regolamentare l’utilizzo. Non sono mancati gli spunti d’interesse, questa mattina, per i partecipanti al primo dei due panel che il Festival del Giornalismo di Siena ha messo in calendario per la seconda giornata di incontri e dibattiti sulla professione giornalistica: moderato dal giornalista Pino Di Blasio all’interno della sede museale della Contrada Capitana dell’Onda, l’evento dal titolo “Regole e linguaggio del fotogiornalismo. L’uso delle immagini e deontologia giornalistica” ha vissuto la sua parte deontologica con il brillante contributo fornito da Francesco Nocentini, in rappresentanza del Consiglio di Disciplina ODG Toscana e si è poi strutturato grazie alle testimonianze di professionisti del settore fotografico.
Alessandra Cinquemani ha ripercorso la propria ultima esperienza di fotoreporter istituzionale, puntando l’indice sulla “necessità di umanizzare maggiormente – ha detto – il soggetto fotografato, alla ricerca di uno scatto che sia naturale e non in posa”. A seguire le parole di Luca Venturi, ideatore nel 2015 di “Siena International Photo Awards”. “La fotografia non è verità assoluta, è comunicazione di quello che si vuol far vedere” ha dichiarato Venturi, che poi riferendosi a un celebre scatto (“Hardship of Life” di Mehmet Aslan) vincitore dell’edizione 2021 del premio, ha aggiunto: “L’immagine non deve solo documentare, ma anche provare a intervenire su certe dinamiche umane, con l’obiettivo di migliorarle”.
Sempre venerdi 6 giugno in una nuova location è stato assegnato il Premio Festival del Giornalismo. A riceverlo dalle mani di Giovanna Romano, presidente del Gruppo Stampa Autonomo Siena, sono stati Giovanna Botteri e Gianni Riotta, giornalisti resi celebri dalle corrispondenze internazionali che, negli anni, hanno permesso a lettori e telespettatori italiani di conoscere meglio le vicende estere, soprattutto quelle statunitensi.
Ospitato dalla splendida Sala degli Specchi della storica Accademia dei Rozzi, l’evento è stato inserito da quest’anno nel ricco programma del Festival del Giornalismo di Siena, che il Gruppo Stampa Autonomo Siena (associazione costituita nel 1968 e che conta circa cento giornalisti e operatori della comunicazione attivi sul territorio senese) organizza dal 2022. Botteri e Riotta sono poi stati protagonisti di un talk intitolato “Dialoghi sull’America”.
Nella giornata di chiusura di sabato 7 giugno Il panel, intitolato “Cold Case, quando la cronaca nera diventa spettacolo. I limiti del diritto di cronaca” (a ospitarlo è stata la suggestiva Sala Capitolare della Contrada della Lupa, moderatrice la giornalista Federica Salì) ha visto anche l’interessante contributo di Dario Micheletti, docente ordinario di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Siena, e di Maurizio Gori (consiglio disciplina ODG Toscana), che ha portato all’attenzione della platea alcune testimonianze riguardanti i procedimenti disciplinari sui quali il collegio è spesso chiamato a pronunciarsi a fronte di querele ed esposti.
“L’interesse del pubblico nei confronti dei cold case è crescente, ma a dispetto di ciò che si è soliti sentir dire esiste una richiesta di storie ben raccontate, di un giornalismo responsabile, etico”. Angela Marino, ospite del Festival del Giornalismo di Siena, ha fornito una chiave di lettura interessante sul rapporto che lega il giornalista di cronaca e il lettore: “Nella mia esperienza – ha raccontato l’autrice su fanpage.it della rubrica Profondo Giallo -, è la stessa community che nel tempo mi ha saputo indirizzare verso una narrazione parlata e mai urlata, che sia il più possibile lontana dalla spettacolarizzazione, dai toni assoluti e dai commenti forcaioli che spesso si leggono sul web quando si trattano casi di cronaca irrisolti”.
Stefano Brogioni ha ripercorso le tappe che, nel tempo, hanno visto i media seguire una differente modalità di seguimento delle vicende giudiziarie. “La narrazione rispetto al passato è molto cambiata – ha spiegato il giornalista de La Nazione –, esistono regole da rispettare ma pure un diverso approccio su come si raccontano e come si mostrano episodi di cronaca giudiziaria. La cosiddetta legge bavaglio ha posto paletti in parte contestabili, in parte forse dovuti al mancato rispetto di codici deontologici che invece dovrebbero essere alla base di come la nostra categoria si approccia ai casi di cronaca”.
“Serve autorevolezza nelle fonti di informazione, è assolutamente necessaria nella comunicazione che la categoria giornalistica si trova a produrre in particolari situazioni quali le emergenze”. Michele Taddei, giornalista vice-presidente ODG Toscana, è stato tra i relatori del panel “La comunicazione negli stati di emergenza e la deontologia”, ultimo appuntamento del Festival del Giornalismo di Siena: “Saper informare correttamente – ha detto Taddei durante il corso tenutosi nel Museo della Contrada del Leocorno (a moderare il dibattito è stato Ezio Sabatini, giornalista e coordinatore volontario di Protezione Civile provincia di Siena) – significa non solo fare un buon lavoro, ma pure creare, saldandolo, un rapporto di fiducia tra i media e il lettore, lo spettatore e l’ascoltatore, spesso disorientati in simili circostanze anche dal rischio di diffusione di notizie inesatte, o addirittura false. Fondamentale in quest’ottica è il rapporto di collaborazione tra tutte le parti: Protezione Civile, politica, mondo dell’informazione”.
Dario Albarello, professore di Geofisica della Terra solida presso l’Università degli Studi di Siena, ha espresso un fondamentale concetto riguardante le diverse competenze: “Esistono modalità di comunicazione radicalmente differenti tra loro, quando si tratta di stati di emergenza: i media – ha spiegato il docente, anche componente del comitato di crisi della Provincia di Siena – non devono attuarla nel momento stesso in cui l’emergenza è in corso, il contributo giornalistico in quella precisa fase è nullo, perché esiste già una comunicazione apposita e predefinita, non correlata a una potenziale errata interpretazione dei media, che hanno invece un compito fondamentale nel dopo, per testimoniare e anche per riannodare i fili della comunicazione sociale che è andata perduta. Altrettanto determinante è la comunicazione giornalistica in termini di prevenzione: è propriamente il rischio, da intendersi in termini non di pericolosità, bensì di impatto futuro sul piano economico e sociale, a dover essere ben espresso dalla comunicazione quando non siamo in stato di emergenza e va quindi creata verso l’esterno una consapevolezza di ciò che può accadere”.
L’aspetto deontologico del panel è stato affidato alle parole di Anna Benedetto, giornalista e segretaria Consiglio Disciplina ODG Toscana: “Il nuovo testo unico deontologico appena entrato in vigore aggiunge, o aggiorna, una serie di elementi rispetto alla precedente stesura. Credibilità e reputazione nella comunicazione degli stati di emergenza – ha detto Benedetto entrando nello specifico del panel – si acquistano lavorando bene in maniera quotidiana, prima di tutto evitando il sensazionalismo, poi mettendo al centro di tutto il rispetto della persona”.
(foto:Giovanna Botteri e Gianni Riotta,ricevono il premio Festival del Giornalismo da Giovanna Romano, presidente del Gruppo Stampa Autonomo Siena)