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Stranieri nel senese, aumentano del 72% le ospedalizzazioni

Negli ultimi 15 anni la popolazione della provincia di Siena è tornata a crescere, invertendo un trend negativo che durava da 40 anni. Si è, infatti, passati da 252mila residenti nel 2000 a circa 270mila del 2014. Questo grazie agli stranieri che oggi rappresentano l’11% della popolazione, rispetto ad un dato medio nazionale dell’8,1% e regionale del 7.9%. Una percentuale che pone Siena come terza provincia toscana per presenza di stranieri, dopo Firenze e Prato.

«L’offerta dei servizi socio sanitari sul territorio richiede un cambiamento culturale. E l’Azienda deve adeguarsi alle nuove esigenze di una popolazione che rapidamente sta cambiando», ha detto Lucilla Romani, direttore Ausl7 della zona Amiata Valdorcia all’inizio del convegno “Il diritto alla salute dei cittadini di paesi terzi” che si è tenuto ieri a Siena.

Per garantire ai cittadini stranieri un migliore accesso ai servizi socio-sanitari è stato realizzato dalla Azienda Usl 7 di Siena, insieme a Provincia e Comune di Siena e Arci, il progetto “Puoi dirlo a me”, con l’attivazione di mediazioni linguistico culturali per rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso dei cittadini stranieri al diritto alla salute e le barriere culturali che possono provocare fraintendimenti pericolosi o ritardi nell’elaborazione di diagnosi delle terapie.

«Negli ultimi dieci anni il tasso di ospedalizzazione è cresciuto del 72% con 2123 ricoveri ospedalieri, 7786 al Pronto soccorso e 3992 prestazioni di ostetricia, ma c’è ancora molto da fare per assicurare un pieno diritto alla salute e per organizzare i servizi ad una utenza ormai pluriculturale», ha detto Moreno Toigo dell’Osservatorio sociale della Provincia di Siena.

Grazie al progetto – realizzato grazie al fondo europeo Fei per l’integrazione e iniziato nel gennaio del 2015 – sono stati raggiunti 769 cittadini stranieri residenti nella provincia senese di cui 507 donne, sono stati contattati oltre 100 utenti negli sportelli informativi dei migranti ed hanno partecipato 45 operatori sociali e sanitari. Sono state realizzate e distribuite migliaia di brochure informative tradotte in diverse lingue.

Manila Bonciani, del Laboratorio di management e sanità della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, ha poi presentato in anteprima i dati del periodo 2010-2014 di accesso ai servizi sanitari in Toscana in cui si evidenzia come negli ultimi anni sia aumentato il numero di stranieri nelle strutture sanitarie, soprattutto per motivi fisiologici, in particolare le donne per gravidanza, parto o puerperio.

Salvatore Geraci della Società italiana di medicina delle migrazioni ha poi tracciato un profilo storico della legislazione italiana in merito all’approccio al diritto alla salute per gli stranieri, migranti o immigrati che siano, ed ha confermato che purtroppo troppo spesso «politici, stampa e opinione pubblica sono sotto gli effetti della “Sindrome di Salgari” che colpisce i pregiudizi collegati all’idea di malattie esotiche (comprese ebola, tbc, vaiolo, scabbia ..) di cui sarebbero portatori gli stranieri migranti in Italia e che non trovano alcun riferimento scientifico». Anche in questo senso, senz’altro c’è ancora molto da fare.

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