Aldo Ancilli era una persona buona, amante e appassionato degli uomini e delle loro storie. Ma questo non vuole essere un discorso politico, legato alla sua originaria appartenenza al Pci e alle Feste dell’Unità che un tempo si svolgevano nella Fortezza Medicea con un numeroso gruppo di partecipanti che si aggirava, ogni sera, attorno al suo stand, quello della “Pesca Gigante”, che i bambini chiamavano “lo stand dei tappini”.
Questo vuole essere un omaggio a quello che Aldo era per tanti, un punto di riferimento, una persona sulla quale contare. Organizzare una cena per cento persone, spostare un tavolo pesante, avere sempre un cacciavite a disposizione, arrivare con una torcia quando improvvisamente la luce va via, accettare di fare da presidente durante una complicatissima riunione di condominio. Azioni semplici ma fondamentali, fatte con piacere tra la gente e per la gente.
Non sempre è necessario tagliare grandi traguardi per farsi ricordare. Il senso di aggregazione e di comunità che Aldo amava tanto difendere ha fatto in modo che tutti quelli che lo conoscevano gli volessero bene e oggi gli rivolgessero un pensiero di affetto.
Dopo una brevissima malattia, Aldo se n’è andato ieri mattina, all’età di 77 anni. Accanto a lui, come ogni giorno della sua vita, l’inseparabile moglie Mina.
Tra i suoi impegni più recenti quello di consigliere della sezione soci Coop. Capitava spesso negli ultimi anni di trovarlo al punto vendita de “Le Grondaie”, al bancone, a consigliare letture e libri. Insieme alla moglie Mina abitavano ormai dal 2010 circa in via Agostino Fantastici, conosciuto come il quartiere ecologico di viale Bracci.
Oggi per lui l’ultimo saluto, nella chiesa vecchia dell’Alberino. Presente un folto numero di amici e la sua contrada, il Bruco.
Non tutti hanno la fortuna di avere dei vicini di casa che non scorderanno mai, io ce l’ho avuta.
Ciao Aldo, riposa in pace.
Sara Corti
