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Siena ha il suo nuovo Piano Operativo. De Mossi: “Strumento necessario per lo sviluppo della città”

A fronte di 387 osservazioni presentate, le schede di controdeduzione hanno riguardato 639 punti. La netta maggioranza delle osservazioni è stata presentata da soggetti privati: singoli cittadini o comproprietari di immobili localizzati nel territorio comunale, società e aziende private, professionisti che a volte rappresentano altri soggetti privati.

Quelle giudicate accoglibili o parzialmente accoglibili nel complesso sono risultate il 50%, quelle giudicate non accoglibili il 45%. Il resto sono state ritenute non pertinenti.

Il Piano Operativo, con precisione e con la necessaria attenzione, apre a interventi ora non consentiti, sui solai e soppalchi, sui sottotetti, sulle coperture, sulle altane, sulle facciate secondarie.

“Il Piano Operativo mancava da nove anni – ha sottolineato il sindaco Luigi De Mossi – e ora ci dotiamo di uno strumento necessario per lo sviluppo della città. Lo abbiamo voluto fortemente e ringrazio l’assessore Michelotti, l’ingegnere Giuliani, gli architetti Vezzosi e Rizzotti e tutti gli uffici tecnici comunali per l’impegno profuso. Si tratta di uno strumento che tiene conto della crescente necessità di una serie di comparti che vanno dall’università fino all’impiantistica sportiva. Io e la mia Giunta – prosegue De Mossi – siamo convinti che un Piano Operativo debba avere la capacità di essere sufficientemente contemporaneo e necessario nell’immediato, ma senza chiudere le strade al futuro tenendo conto di come le esigenze e le necessità della vita cambiano in breve tempo. Siena si trova davanti a sfide enormi, non solo urbanistiche, che passano dalle tante certezze del passato alle occasioni del futuro in termini di opportunità di lavoro e della qualità della vita. Questo è il tema su cui ci siamo confrontati di fronte ad un mondo nuovo che si palesa dinamico e multiforme e in cui, adesso, la città saprà farsi trovare preparata” ha concluso il sindaco.

Soddisfatto l’assessore all’urbanistica Francesco Michelotti: “C’è una nuova filosofia rispetto al passato – ha detto – ed il Piano Operativo risponde e si prefigge di migliorare la qualità della vita che tiene conto anche del valore della nostra città sito Unesco. Abbiamo portato a compimento il lavoro che ci eravamo prefissati a inizio mandato, in appena due anni e mezzo; grazie anche al grande impegno degli uffici, della direzione urbanistica, dei progettisti. Un lavoro composito e articolato, ragionato e discusso, fatto nell’interesse della città e del suo futuro. La chiarezza è il primo requisito che è stato chiesto al nuovo Piano, data l’ampiezza e la complessità dei temi trattai, così come la lettura delle norme non doveva risultare mai complicata o ambigua; ma dico anche che, per definizione, questa materia eclettica non può non esserlo, dato che va a regolare temi importanti e complessi. Non a caso anche l’opposizione ha votato con noi quindici articoli a dimostrazione che il nostro lavoro è stato costantemente finalizzato al bene pubblico generale”.

L’ingegnere Paolo Giuliani, dirigente della Direzione Urbanistica, ha sottolineato che “il Piano Operativo ha preso in considerazione tutta la complessità urbanistica facendo un salto in avanti di modernità che non ha precedenti. Il primo passo è stato definire il perimetro del territorio urbanizzato perché non era mai stato fatto e successivamente l’ufficio tecnico ha verificato che il processo del Piano seguisse le linee guida apportando le proprie conoscenze e contributi”.

L’architetto Roberto Vezzosi, capogruppo del team che ha redatto il Piano, è entrato nel cuore del nuovo progetto evidenziando che “vogliamo evitare che il centro storico diventi come Venezia o alcune zone di Firenze, completamente svuotate per fare spazio ad affittacamere e B&B. La pandemia ci ha insegnato che una città non può pensare solo ad una monofunzione turistica. Questo Piano Operativo introduce molte novità in un equilibrio di rispetto della storia di Siena e capace di guardare al futuro munendosi di dotazioni standard adeguate ai numeri di oggi e non a quelli di mezzo secolo fa, ad esempio i parcheggi pertinenziali e pubblici, ma anche la possibilità di introdurre nuove attività lavorative”.

Il piano del dettaglio

E’ stata prevista una più vasta gamma di interventi e di destinazioni d’uso, sempre nel rispetto dei numerosi vincoli presenti. Il Consiglio comunale ha approvato anche la norma relativa alle diciassette Contrade che prevede la possibilità di realizzare manufatti e opere all’interno del centro storico, nello specifico ambito rionale, per le attività di contrada. Tra le modifiche proposte dalla Direzione urbanistica vi è la possibilità di non costituire variante al Piano Operativo nel passaggio dall’una all’altra sotto-articolazione, previa verifica del rispetto degli standard urbanistici. In tal modo si realizza una completa flessibilità nella previsione di spazi, attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico con possibilità quindi di poter insediare un’attrezzatura diversa da quella prevista senza dover mettere in atto una procedura di variante urbanistica.

Il Piano Operativo favorirà ulteriormente, laddove vi siano le condizioni e nel rispetto dei principi di tutela e di conservazione del tessuto e interesse storico architettonico, la possibilità di intervento e di adeguamento funzionale del patrimonio edilizio esistente oltre a incrementare la ricettività turistica e la qualità dell’offerta ricettiva, puntualmente individuata dal Piano Operativo. Inoltre faciliterà le condizioni per la concreta attuazione delle azioni di trasformazione e riconversione funzionale della città esistente individuate dallo stesso Piano (previsioni relative alle Aree di Trasformazione), affinando e dove necessario rivedendo le schede normative relative agli interventi convenzionati e ai piani attuativi. 
Il Piano come controdedotto dal Consiglio Comunale verrà nuovamente inviato agli Enti interessati per la convocazione della Conferenza di Copianificazione e in quella sede troverà la sua completa definizione, per poi tornare in Consiglio comunale per la sua definitiva approvazione.

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