Scuola, 150 cattedre sono rimaste vacanti in provincia di Siena e dovranno essere coperte ricorrendo alle supplenze. Lo rende noto la Cgil, che parla di circa 1.850 mancate assunzioni in tutta la Toscana, con in testa Firenze (oltre 300), seguita da Pisa (270), Lucca (250), Pistoia (230), Livorno (200), Prato e Siena (150) e infine Arezzo, Grosseto e Massa Carrara (100). Si tratta di numeri frutto di una stima ancora approssimativa benché attendibile. Il motivo, spiega il sindacato, sono le inadeguatezze sui concorsi banditi dallo Stato, incapaci di abilitare all’insegnamento un numero adeguato di docenti, tra procedure farraginose, quiz iper-nozionistici più adatti a un format televisivo che alla scuola, ritardi nel concludere le selezioni, criteri di valutazione dei candidati disomogenei fra le commissioni di concorso.
“E’ un drammatico paradosso – dice la Cgil – avere posti disponibili per le assunzioni, avere aspiranti docenti formati e con le carte in regola e non riuscire a far incontrare domanda e offerta di lavoro, nonostante il grande lavoro svolto dal personale dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana. Con l’ulteriore paradosso che saranno proprio quegli stessi docenti esclusi dalle assunzioni a garantire le attività didattiche ai nostri studenti, con incarichi annuali e contratti a tempo determinato. Le conseguenze? I docenti lavorano senza essere stabilizzati e gli studenti ogni anno si trovano professori diversi. Inoltre, in tempi di crisi, rinunciare a oltre 2mila posti di lavoro stabile è assurdo”.
Quanto alle materie scolastiche, da evidenziare il numero enorme di posti rimasti vacanti in Italiano alle scuole Medie (370), mentre alle superiori sono un centinaio. Dato altamente preoccupante sugli insegnanti di sostegno: sono oltre 300 i posti in Toscana che saranno non coperti da personale di ruolo, che si andranno a sommare alle altre migliaia di cattedre di sostegno attivate ogni anno con personale a tempo determinato. Tra le materie più “scoperte”, inoltre, scienze motorie e alcune discipline scientifico/tecnologiche.
“Tutto ciò poteva essere evitato – continua il sindacato – se Governo e Parlamento avessero accolto la proposta della Flc Cgil di stabilizzare in vista dell’avvio dell’anno scolastico tutti i docenti con almeno tre anni di servizio (come prevede anche la normativa europea che più di una volta ha sanzionato lo Stato italiano), predisponendo per loro un percorso di formazione e abilitazione da svolgersi durante l’anno scolastico, con prova finale. Ancora una volta facciamo appello a tutte le forze politiche che si candidano alle elezioni affinché riportino la scuola a essere effettivamente una delle priorità del nostro paese, a partire dalla questione del precariato, nell’interesse di lavoratori, studenti e famiglie”.
Un altro allarme è relativo ai collaboratori scolastici. In provincia di Siena ne mancano 186 rispetto all’anno scorso. “Sul fronte Ata – commenta a La Nazione Anna Cassanelli, segretaria generale della Flc Cgil – abbiamo immissioni in ruolo corrispondenti a un terzo dei posti disponibili. A dimostrazione del fatto che per il Ministero il personale Ata è un elemento accessorio, quasi superfluo. Ma in realtà si tratta di un profilo fondamentale per ogni scuola. Le scuole dovranno funzionare senza questi profili che, invece, crediamo debbano entrare a far parte a pieno titolo dell’organico a disposizione. Quali scuole soffriranno di più? Tutti i comprensivi che hanno plessi ubicati su più Comuni e che non si trovano o a Siena o a Poggibonsi. Come Colle, Staggia, Montalcino, Asciano, Sovicille, Monteroni e Castelnuovo.