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Schiavismo e caporalato in Valdelsa, azienda in crisi per concorrenza sleale

“Circa un anno e mezzo fa, dopo varie trattative sindacali con un’azienda valdelsana, – spiega Mariano Di Gioia della Filcams Cgil – eravamo riusciti a far stabilizzare con un contratto a tempo indeterminato una decina di lavoratori che svolgevano, fino ad allora con contratto a progetto, la distribuzione dei volantini pubblicitari ‘porta a porta’. Ora tutte queste persone rischiano di essere licenziate a causa della concorrenza sleale che altre ditte del territorio stanno effettuando e delle quali si servono le più grosse catene di supermercati, elettronica e cosmetica, tra l’altro nell’ambito di tutta una serie di passaggi di appalti e sub appalti non molto chiari…”.

“Fino ad ora – prosegue il sindacato – avevamo conosciuto il caporalato in diversi settori, prima di tutto edilizia ed agricoltura, ma purtroppo è da diversi mesi che anche nell’intero territorio senese assistiamo a forme di schiavismo puro anche per quanto riguarda il settore della distribuzione della pubblicità”.

“Li vedi camminare sotto il sole cocente – denuncia la Filcams Cgil – come persone comuni che si apprestano a raggiungere con il proprio trolley un supermercato per fare la spesa, ma in realtà sono lavoratori, soprattutto di nazionalità pakistana, ‘scelti’ ogni mattina dai propri sfruttatori per fare questo lavoro. Spesso arrivano dalle province limitrofe ed in alcuni casi anche da regioni vicino alla nostra, dormendo solo poche ore al giorno nel retro dei furgoni insieme al materiale da distribuire, ingaggiati a meno di 2 euro all’ora, con turni che arrivano fino alle 12 ore consecutive senza nessuna sosta”.

“Proseguiremo questa battaglia – conclude il sindacalista – denunciando a chi di dovere quanto a nostra conoscenza e lanciamo un appello di un intervento urgente da parte delle autorità competenti al fine di tutelare non solo i dieci lavoratori dell’azienda valdelsana che oggi rischiano il licenziamento, ma anche tutti coloro che vengono sfruttati per poche decine di euro al giorno”.

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