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Rubrica Leggerissima: “Persepolis, da vedere e leggere”

In questi giorni ho avuto voglia di rileggere “Persepolis” (Persepolis. Histoire d’une femme insoumise), il fumetto autobiografico di Marjane Satrapi, illustratrice, regista, sceneggiatrice iraniana naturalizzata francese, la quale ha raccontato nel 2000 come ha vissuto in Iran da bimba prima e da adulta poi, e le scelte dolorose affrontate da tutta la sua famiglia per farle avere una vita libera.

La lettura del libro di Marjane mi ha offerto ancora una volta la possibilità di riflettere sugli anni del processo, a dir poco molto travagliato, che porterà l’Iran da monarchia a repubblica teocratica, passando per la rivoluzione islamica e del conflitto Iran-Iraq.

Persepolis è un libro che racconta la guerra, i cambiamenti, la sofferenza, ma anche i primi amori, a partire dalla quotidianità di una bambina di 9 anni. Via via che il tempo passa e diventa adolescente, Marjane non riesce a sopportare le nuove imposizioni del governo, e più di una volta rischia di finire in terribili guai; i genitori decidono così di mandarla a studiare in Austria, a Vienna, per proteggerla e per lasciarla libera di vivere secondo ideali di libertà e realizzazione.

Lontano da Teheran, sarebbe stata protetta dai modi oppressivi e dittatoriali che stavano sempre più soffocando la vita di ogni iraniano, specie di quelli contrari al governo.

Il fumetto ha avuto un successo incredibile proprio perché è uno splendido romanzo di formazione, adatto a tutti, e pensato “per immagini”. Ogni pagina è permeata da grande ironia e senso del ritmo. Precedentemente diviso in quattro volumi, oggi si trova nella versione completa pubblicata da Rizzoli Lizard.

Comunque se proprio non amate il genere, vi consiglio di guardare almeno il film d’animazione (sempre di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud) uscito nel 2007, il primo dell’illustratrice iraniana, con titolo omonimo e con le voci di Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Danielle Darrieux nell’edizione originale francese. In Italia Marjane ha la voce di Paola Cortellesi.

Non solo è una storia vera cruda incredibile ma sono i tratti, i disegni, a rendere ancora più unica questa testimonianza e a sottolineare la bellezza dell’insieme delle illustrazioni di Marjane. Anche animate. Una vera potenza visiva che tocca un tema assai caldo ancora oggi: l’integralismo religioso.

C’è anche un motivo in più per scegliere Persepolis: la Cineteca di Bologna per il “Cinema ritrovato” lo ha rieditato e restaurato nel 2023.
Satrapi mantiene il suo segno naïf e l’animazione bidimensionale in bianco e nero con poche scene a colori (quelle all’aeroporto di Parigi).

 

Riporto la scheda del film scritta da Peter Bradshaw per “The Guardian” il 25 aprile 2008 che ho recuperato sul sito del “festivalritrovato.it”. Buona lettura:

“Superbamente elegante e semplice, Persepolis è tratto dalla serie a fumetti dell’artista franco- iraniana Marjane Satrapi, racconto di formazione che posso solo descrivere come un’autobiografia in forma di graphic novel. Satrapi ha co-sceneggiato e co-diretto la versione cinematografica, che è una delizia: divertente e commovente nella sua estrema autenticità, e abile nel riprodurre il lavoro grafico con tratti ampi e audaci […]. Cosa rara nel cinema, il film ha l’urgenza di raccontare una storia nuova e la capacità di farlo in un modo nuovo.
La storia è quella di Marjane, una ragazzina che cresce nell’Iran prerivoluzionario degli anni Settanta. È la figlia adorata e coccolata di attivisti laici e benestanti che si oppongono allo Scià e assistono alle vessazioni e alle incarcerazioni cui sono sottoposti i loro familiari. Quando arriva la rivoluzione i genitori di Marjane e i loro amici – fumatori accaniti, bevitori d’alcol, amanti della vita e delle discussioni – sulle prime la accolgono con favore. […] Scoprono però che lo Stato islamico è destinato a durare. E che odia più di tutti un gruppo di persone: le donne.

Marjane, soprattutto da ragazzina, è un personaggio magnifico, intelligente, vulnerabile, con un amore gioioso e politicamente scorretto per la cultura trash occidentale. Ricorda un po’ Lisa Simpson e ancor più Lucy van Pelt dei Peanuts, ma con una serietà e una determinazione tutte sue. È vicina alla madre e più ancora alla nonna saggia e mondana, da cui prende la sagace ironia. La sua è una storia divertente e profondamente coinvolgente, le cui stilettate contro la misoginia delle classi dirigenti iraniane sono però sufficienti a suscitare rabbia. […]
Adolescente e poi ventenne, Marjane viene mandata all’estero per una caotica istruzione in Europa, dove sperimenta la sottile condiscendenza e misoginia che l’Occidente ha da offrire: ne deriva il complesso e agrodolce sentimento d’esilio che Satrapi ha coltivato nei suoi romanzi a fumetti e in questo film molto seducente e appassionante.
Persepolis ci dona il puro piacere del racconto, raramente sperimentato nel cinema moderno e perfino nella narrativa: una storia avvincente su cosa significhi per una bambina creativa e solitaria entrare nella vita adulta e scoprire una corrispondenza tra il proprio tumulto interiore e gli sconvolgimenti geopolitici.”

Simona Merlo
@smwriter su Instragram

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