Dopo circa trent’anni da “Ferie d’agosto”, film firmato da Paolo Virzì nel 1996, il regista livornese regala al suo pubblico un nuovo e importante racconto sull’incoerenza e presunzione delle famiglie italiane: “Un altro Ferragosto”.
Il film, uscito nelle sale cinematografiche a marzo 2024, a primo acchito sembrerebbe il classico sequel, ben realizzato certo, con pennellate di perfetta pura ironia.
Ma non è soltanto questo.
Virzì recupera dalla sua storia di regista e dalla storia del cinema in generale, l’importanza del dialogo e degli eventi narrati seguendo un ritmo perfetto.Le tante voci di questa commedia plurale divertono e commuovono al contempo.
La trama è piuttosto semplice, le implicazioni molto meno: 28 anni dopo, le famiglie Molino e Mazzalupi si incontrano per la seconda volta a Ventotene. I motivi delle due vacanze sono diversi. Sandro, interpretato sempre da Silvio Orlando, bravissimo, sta per morire e il figlio Altiero (Andrea Carpenzano), imprenditore digitale di successo sposato con un fotomodello, decide di organizzare una grande reunion con i vecchi amici del padre per trascorrere tutti insieme questa sua ultima estate.
Per la famiglia Mazzalupi il motivo dell’incontro è, invece, un matrimonio. Nello stesso periodo, Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel)si sposerà proprio lì a Ventotene. Diventata ormai un’influencer di successo con milioni di follower, porta con sé la famiglia, i giornalisti, i politici, i curiosi e gli arrampicatori sociali (tra questi, il suo futuro marito).
Nel film, si coglie una disillusione profonda che abbraccia tutto: gli errori degli intellettuali classisti di sinistra, le idee volgari e “nostalgiche” della destra, l’incapacità di confrontarsi con la realtà e di parlare senza attaccare “l’altro”.
Lo spettatore partecipa ai conflitti interiori dei personaggi, ma in un modo affatto compassionevole. Virzì è riuscito così a caricare di emozioni talvolta contraddittorie un mondo ben diverso da quello descritto nel 1996.
In “Ferie d’agosto”, infatti, le due famiglie hanno cercato, volontariamente o meno, diverse occasioni di contatto e di conoscenza reciproca; il film del 1994 lasciava intravedere una seppur improbabile strada comune.
L’estrazione sociale e le posizioni politiche dopo trent’anni lasciano spazio soltanto alle differenze e alla incomunicabilità: non è possibile alcuna forma di compromesso.
“Un altro Ferragosto” racconta un’Italia spaccata a metà e sempre più becera.
Il film supera comunque ogni dubbio cinematografico iniziale di chi ha amato scene appartenenti alla prima pellicola come, ad esempio, quella di Silvio Orlando che recita “Riviere” di Montale mentre trascina in acqua il piccolo gommone su cui c’era la figlia Martina di Laura Morante (che interpretava Cecilia Sarcoli, sua compagna) o la spiegazione sulla politica del burino Ennio Fantastichini, morto ormai da diversi anni, pensando che un sequel sarebbe stata un’idea perdente, un flop.
Invece il film piace: per i dialoghi, come già detto, che il regista ha scritto insieme a Francesco Bruni e Carlo Virzì; per la fotografia di Guido Michelotti; per il cast scelto splendidamente tra veterani – Sabrina Ferilli, Laura Morante, Silvio Orlando, Gigio Alberti, Paola Tiziana Cruciani, Rocco Papaleo – e non: Emanuela Fanelli, Christian De Sica, Vinicio Marchioni. E tanti altri…
Una bella curiosità
Agnese Claisse che ha interpretato Martina sia nel primo che nel secondo film, oggi 36 anni, è davvero la figlia di Laura Morante (e del commediografo francese Georges Claisse). Lorenzo Fantastichini è il figlio di Ennio, concepito durante le riprese di “Ferie d’agosto”, che Virzì ha voluto nel ruolo di Massimo Mazzalupi, figlio di Ruggero interpretato per l’appunto da suo padre.
Simona Merlo
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