“Speravo de morì prima” è una miniserie tv basata sul libro “Un capitano”, biografia scritta dal giornalista Paolo Condò – per anni collaboratore della Gazzetta dello Sport, da due anni tra le firme di Repubblica, e dal 2015 opinionista televisivo per Sky Sport – insieme a Francesco Totti, ex calciatore della Roma con ruolo di centrocampista o attaccante [info aggiuntive: campione del mondo nel 2006, vicecampione d’Europa nel 2000 con la nazionale italiana; capitano della Roma dal 1998 al 2017, con un record di 19 stagioni; ha vinto uno scudetto (2000-2001), due Supercoppe italiane (2001 e 2007) e due Coppe Italia (2006-2007 e 2007-2008)].
Nei sei episodi della serie, il regista Luca Ribuoli racconta la fine della carriera del calciatore e il percorso di consapevolezza che Totti intraprende all’alba dei 40 anni.
La storia del Capitano non è nuova, per lo meno per coloro che amano e seguono il calcio, ed è al centro anche della trama della miniserie: l’annata “terrificante” che il campione giallorosso ha vissuto prima del suo “addio ufficiale”, avvenuto il 28 maggio 2017 (a proposito il titolo “Speravo de morì prima” è tratto dallo striscione di un tifoso della Roma esposto proprio durante l’ultima partita); si tratta degli anni 2015-2016, caratterizzati dal ritorno alla Roma dell’allenatore Luciano Spalletti, e dal suo rapporto non più idilliaco con Francesco Totti.
Ma perché guardare “Speravo de morì prima”? Perché fa ridere: proprio così non è una miniserie che si prende sul serio, anzi l’atmosfera che descrive è goliardica e ricca di scambi divertenti. Inoltre il regista “parla” spesso con lo spettatore, coinvolgendolo in prima persona (vi ricordate il discorso della quarta parete in Fleabag, superare la linea immaginaria tra chi recita e chi guarda? Ecco funziona perfettamente anche qui!).
Certo non sempre il registro della parodia è funzionale allo scopo, ma Pietro Castellitto nei panni di Totti e Greta Scarano nel ruolo di Ilary Blasi si sono rivelati molto interessanti e rispondenti ai due personaggi reali (a volte anche troppo); il ruolo più convincente però è stato interpretato da Gianmarco Tognazzi: Spalletti amico e nemico. Comunque la storia è raccontata seguendo il punto di vista del calciatore per cui…
La colonna sonora è fantastica come le interpretazioni di Monica Guerritore e Giorgio Colangeli (i genitori di Totti); e voglio ricordare Corrado Guzzanti che interpreta un prete, un vero cameo, e ancora Ricky Memphis nelle vesti di un ferramenta. Presenti anche Del Piero e Pirlo: “fanno” loro stessi e, infine, anche Francesco Totti. Una scelta quella di sostituire l’attore nel “momento” più importante della seria un po’ discutibile: è plausibile che la presenza del Capitano aumenti il coinvolgimento emotivo del pubblico, però stiamo parlando del un racconto di una storia vera attraverso un mezzo: la televisione. Forse sarebbe stato più stimolante vedere come se la cavava Castellitto junior…
Se vi serve un’altra piccola spinta per (ri)vedere “Speravo de morì prima” vi faccio il nome di un attore: Gabriel Montesi, perfetto nel riportare sul piccolo schermo la “simpatica follia” di Antonio Cassano.
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