La mia pausa estiva è finita ed è sembrata più breve del solito con quel suo lascito di malinconia e di voglia di tornare al luogo delle origini. Ma non mi stupisco: è il mio personale “mal d’Africa”, arricchito e rimpolpato al contempo dal film Mixed by Erry e dal salto indietro nel tempo che il regista Sydney Sibilia, classe ’81, mi ha fatto fare.
Sibilia, sceneggiatore e regista, è anche un appassionato di storie vere e dopo “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” del 2020, ha scelto il “dramma” vissuto dal re del falso originale: Enrico Frattasio.
Oggi la musica si ascolta e si “seleziona” in un altro modo, ma allora eravamo, maschi e femmine, in fissa con le compilation su musicassetta: cioè realizzavamo personali playlist in base alle circostanze, alle persone, registrando brani popolari o pezzi unici dalla radio, scegliendo band all’apice del successo o regalando proposte alternative.
Ai dj amatoriali chiedevamo poi la versione mixata, sfumata, senza pause che sfruttasse tutti i minuti lato A e lato B delle cassette.
Ogni compilation ci rappresentava e veicolava un messaggio ben preciso. Le canzoni e il modo in cui le alternavi racchiudevano un momento storico e personale inequivocabile.
Come funzionava? Cercavi il brano alla radio e lo “copiavi”, cioè lo registravi su musicassette; oppure ti facevi prestare l’originale (parliamo di dischi in vinile o delle cassette originali) creando così la tua tracklist magari con tempi e anche grafiche o scritte personalizzate (come si direbbe oggi).
“Mixed by Erry” racconta proprio questo: il successo ottenuto da Enrico Frattasio grazie alla realizzazione su scala nazionale di audiocassette per terzi (milioni di audiocassette registrate in barba al reato di pirateria musicale!).
La storia si sviluppa negli anni ’80, nel quartiere di Forcella, a Napoli e coinvolge i tre fratelli Frattasio interpretati da Luigi D'Oriano (Enrico detto "Erry"), Giuseppe Arena (Peppe) ed Emanuele Palumbo (Angelo) che non solo hanno costruito un impero economico nella loro città ma che, creando il marchio “falso originale”, da Napoli si sono estesi in tutt’Italia e non solo.
A chi come me ha conosciuto il mondo delle compilation handmade e ricorda perfettamente che cosa significa rimanere pomeriggi interi e nottate a inseguire una canzone, questo film regala più di un sorriso, oltre a illuminare sul nostro passato le generazioni più recenti.
Le canzoni, anche quelle in lingua straniera, a furia di registrarle e aspettarle e ascoltarle le imparavi a memoria. I programmi musicali, come Sanremo ad esempio, diventano un must da seguire per il solo gusto di anticipare opinioni sui trend del momento della musica leggera italiana.
Comunque i tre fratelli finiscono in carcere, naturalmente, punto da cui inizia il film, ma è il “come” ci sono arrivati che ha dell’incredibile (il perché è chiaro da subito). In questo film le battute si susseguono così come le evoluzioni tecnologiche che via via ti fanno dire ad alta voce: “Guarda un po’ che passi ha fatto la tecnologia a partire dagli anni ’90: incredibile!”.
E poi la contraffazione non è da tutti, è un arte: ed è qui che regista e attori sono bravissimi nel proporre il lato umano e ironico della faccenda (non vi anticipo né scene né battute ma guardatelo: merita).
Una nota: il film è tratto dall’omonimo libro di Simona Frasca; se lo cercate, è stato pubblicato da “Ad Est dell’Equatore”.
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