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Rubrica Leggerissima: Landscapers, un “noir” che ti entra sottopelle

Una storia vera al centro della nuova serie TV “Landscapers – Un crimine quasi perfetto” (2021) diretta da Will Sharpe ha catturato nei giorni scorsi la mia attenzione.

Il genere “true crime” si è arricchito senza dubbio di una miniserie anglo-statunitense davvero notevole che ha al centro un “fatto vero” altrettanto incredibile: l’omicidio, avvenuto nel 1998 e rimasto insoluto per circa 15 anni, di William Wycherley (interpretato da David Hayman) e della moglie Patricia (Felicity Montagu), due cittadini inglesi del Nottinghamshire.

Quel che viene raccontato è la storia di Susan, figlia della coppia deceduta, una donna mite e gentile, e del marito Christopher Edwards, e di come i due non solo uccidono i genitori (di lei), ma del piano attuato per seppellirli nel giardino della loro residenza a Mansfield.

No, non sto anticipando nulla: del doppio omicidio si parla sin dall’inizio dei quattro episodi; il genio sta nelle scelte narrative di regista e sceneggiatore (Ed Sinclair ci fa immergere in un’incredibile “drammatica esperienza surreale”).

Inoltre Will Sharpe sceglie, puntata dopo puntata, di addentrarsi nel “meta-cinema”: realizza continui mix di tecniche, scambi sperimentali; ricerche estetiche sopra le righe tra rimandi al Western più classico in bianco e nero fino al poliziesco investigativo, carico di ironia e cliché.

Noi siamo lì a osservare tutti i movimenti anche quelli impercettibili di Christopher e Susan, in particolare questo continuo barcollare tra la realtà (lei ad esempio ama follemente le pellicole francesi, Gérard Depardieu e la vecchia Hollywood) e il cinema e, come se fossimo davvero sul set, notiamo ogni particolare.

Del resto il cast è favoloso: Olivia Colman (vi ricordate The Crown, The Father, Fleabag? Una grande attrice di cui ho parlato in diversi articoli realizzati sempre per una “Rubrica Leggerissima”) e David Thewlis (Harry Potter, Wonder Woman tanto per dirne un paio) vestono i panni di questa coppia innamorata, apparentemente innocua, che vi lascerà sbigottiti dall’inizio alla fine.

Le loro performance sono così coinvolgenti e i due personaggi talmente profondi da far perdere ogni distacco: qual è la verità? dove finisce e iniziano le menzogne?

Il mondo attorno a noi è un costrutto della mente, spesso modellato ad hoc: c’è un crimine “narrato” più per svelare la psicologia di chi lo ha commesso, la giustezza delle sentenze, l’amarezza e la sofferenza dietro gesti estremi che l’omicidio in sé.

Lo sguardo sul mondo diventa così quello della camera che sovverte del tutto la quarta parete e che ci spinge a rovesciare di continuo il nostro punto di osservazione con una preferenza netta, quasi inconsapevole, a considerare “vittime” e non una coppia omicida sia lei che lui.

Disponibile su Sky e NOW.


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