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Rubrica Leggerissima: “Inventing Anna”, ancora una volta Shonda Rhimes non sbaglia soggetto

“Tutta questa storia è completamente vera. Tranne che per le parti assolutamente inventate” è lo strano disclaimer che potete leggere in apertura di ogni puntata della nuova serie firmata Shonda Rhimes: “Inventing Anna”.

La miniserie del 2022 (9 puntate per una sola stagione) “made in ShondaLand”, disponibile su Netfilx, è ispirata alla storia vera della truffatrice Anna Sorokin.

La trama, e quindi la vita di Anna, è incredibile! La serie ha prettamente il punto di vista di Vivian (interpretata dall’attrice Anna Chlumsky), una giornalista fissata sul caso di Anna Delvey (Julia Garner nel ruolo della Sorokin).

Anna si presenta come una “ricchissima ereditiera tedesca” con una visione: creare una “fondazione” a suo nome di alto profilo all’interno di una location dai costi proibitivi proprio a New York con tanto di chef stellati e artisti di fama internazionale. Un sogno – il sogno americano – per il quale ruba fiducia e soprattutto soldi.

Al di là di come andrà a finire la storia (che evito di anticipare), è innegabile che Anna “Sorokin” Delvey sia un personaggio intrigante e di un’intelligenza fuori dal comune: è infatti riuscita a truffare l’élite di New York, investitori e banchieri di grande esperienza, donne e uomini ricchi e potenti.

Lei, una donna giovanissima, con vestiti di alta classe, con un portamento seduttivo e sicuro, con idee imprenditoriali all’avanguardia, ha “inventato” un’altra sé, la proiezione di un’Anna di cui nessuno avrebbe mai dubitato.

Nella serie, il rapporto che si crea tra Vivian e Anna oltrepassa i confini professionali: la giornalista diventa quasi ossessionata dal capire “chi” avesse realmente di fronte, lotta persino con i suoi editori per poter concentrare tutte le sue energie e scrivere soltanto di lei.

In effetti, i nove episodi traggono libera ispirazione dal pezzo “How Anna Delvey Tricked New York’s Party People” scritto da Jessica Pressler per il New York Magazine.

Durante lo sviluppo di “Inventing Anna” il team di Shonda alterna comunque i punti di vista di ogni personaggio. Il senso è riuscire a (far) costruire la storia nella sua completezza pezzo dopo pezzo come fosse un giallo.

E in verità chi guarda si sente parte attiva nella risoluzione di un mistero – tecnica utilizzata da Shonda Rhimes in tutti i suoi lavori – e così resta incollato allo schermo coinvolto dalla modernità di una narrazione originale.

Anna e il suo mondo rappresentano una sintesi di tecnologia, avanguardia, mondanità. La musica che li accompagna regala un ritmo sincopato e i cellulari sono un prolungamento dei movimenti dei personaggi.

In particolare attenzione ai post fotografici di Instagram che “raccontano” più di quanto sembra.

Come sempre, attraverso le storie che sceglie, Shonda analizza una o più tematiche, in questo caso tutte convogliate sulla disparità sociale di trattamento delle giovani donne che vogliono fare “business” nella società odierna, e sui pregiudizi legati al popolo russo.


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