Dal primo giugno è possibile vedere anche in Italia su Netflix Hacks, una serie tv di nuovo respiro che parla di comicità essendo a sua volta uno spettacolo esilarante.
La trama ruota attorno alle due attrici principali, Jean Smart e Hannah Einbinder, che interpretano rispettivamente una diva della Stand-Up Comedy, Deborah Vance, a cui sono state tolte moltissime serate nel suo solito palco di un prestigioso albergo di Las Vegas per far posto a performer giovani non comici apprezzati da un pubblico “young” e differente; e Ava, autrice comica con una carriera “bruciata” per colpa di una battuta poco riuscita su un senatore gay.
Deborah Vance e Ava non possono essere più diverse: la prima è letteralmente una diva, ricca, popolare, una vera leggenda dell’ironia e della comicità; la seconda, una scrittrice un po’ imbranata e molto opportunista a cui non ne va bene una.
La diversità che sembra essere la base della prima stagione è però solo apparente. Man mano che le puntate si susseguono è chiaro che tra le due ci sono al contrario molti punti in comune: entrambe ad esempio sono appassionate di Law & Order: Special Victim Unit, rispondono a un sistema spietato che non perdona il tempo che passa né pezzi sbagliati.
Tutt’e due si sono costruite delle corazze impenetrabili per non lasciarsi seppellire dal dolore della vita privata, dalle delusioni familiari e professionali.
Insomma sono due donne animose, a tratti respingenti e persino aggressive ma uniche e divertenti.
I personaggi che le accompagnano sono “folli” o sopra le righe tanto quanto loro: basti pensare alla croupier di blackjack Kiki che ha problemi di relazione con la figlia di 3 anni, al manager di entrambe Jimmy del tutto incompetente, la cui segreteria è figlia del suo capo (quindi è anche il suo capo), alla figlia di Deborah, VJ (Vance Junior), che per guadagnare comunica ai paparazzi quando e dove trovare sua madre in pessime condizioni.
I temi sono tanti e tutti centrati sul concetto di comicità e sul duro lavoro che una donna deve fare per arrivare al successo e mantenerlo: “Buono è il minimo”, sostiene in quasi ogni puntata Deborah Vance, una donna disincantata, la prima a cui era stata offerta la conduzione di un late night negli anni Settanta in America, finita in una bolla di sapone sempre a causa di questioni personali legate alla famiglia.
È una serie televisiva che affronta in modo diverso il mondo femminile e, senza essere mai stucchevole, anche femminista e che ha scelto due protagoniste incredibili: Jean Smart, un’attrice di sitcom cult (“Quattro donne in carriera”, “Frasier”, “24”, “Fargo”, “Watchmen”, “Legion”, “Mare of Easttown”, “Samantha Who?”) che finalmente riceve il successo che merita da anni e Hannah Einbinder, al suo primo ruolo principale in una serie TV, autrice di scritti comici ironici e fragili e per tantissimi anni stand-up comedian: quale migliore gavetta da usare per il suo personaggio?
Cosa che tra l’altro fa benissimo.
Simona Merlo
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