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Rubrica Leggerissima: “Generazione 56k – quanti anni avevate nel 1998?”

A poco più di un mese dal suo debutto in streaming su Netflix, “Generazione 56K”, la nuova serie italiana “original” prodotta da Cattleya e realizzata in collaborazione con “The Jackal”, continua a registrare il favore del pubblico e della critica.

Questa “comedy”, nata da un’idea originale di Francesco Ebbasta (Francesco Capaldo, regista e autore, fondatore di The Jackal con Ciro Priello, Simone Ruzzo e Alfredo Felco), sviluppata insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini, ha una trama semplice ma che coinvolge nel profondo, in particolare se gli anni ’90 (periodo di riferimento della storia) hanno segnato anche la vostra adolescenza.

La prima stagione, costruita su otto episodi, si sviluppa tra i colori vivacissimi di Procida e una Napoli dal respiro più ampio, europeo, e vede i protagonisti della serie ora ragazzini alle prime armi con l’amore, le curiosità sessuali e Internet; ora trentenni in perenne lotta con una quotidianità sempre più veloce e “tecnologica” e con il meraviglioso e “doloroso” mondo dell’amore.

Al centro la love story con radici lontane di Daniel e Matilda (interpretati da adulti da Angelo Spagnoletti e Cristina Cappelli, e da adolescenti da Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone), compagni di scuola cresciuti a Procida che dopo vent’anni si incontrano per caso a Napoli. Da una serata innocente viene fuori il caos emotivo incastrato dentro “ciò che non è stato detto per mancanza di coraggio o per orgoglio” nel passato e che forse non verrà detto nemmeno nel presente…

Così puntata dopo puntata è chiaro l’intento di questa fiction perfetta per l’estate: far emergere le paure della “Generazione 56K” che per certi versi sono di tutti, anche le vostre, poiché sottolineano le contraddizioni della nostra contemporaneità; come l’accoppiata, a volte artefatta, di due termini che non devono per forza stare insieme: facilità e superficialità.

Insieme a Daniel ci sono Luca e Sandro (Gianluca Fru e Fabio Balsamo nella versione adulta; Gennaro Filippone ed Egidio Mercurio in quella da ragazzini); lavorano insieme: sono sviluppatori di App, e cos’altro avrebbero potuto fare questi tre amici che da ragazzini vendevano floppy disk con foto “spinte” scaricate in ore e ore di connessione a 56K?

Per chi è nato un po’ più in là nel tempo, il floppy disk, noto anche come disco, dischetto o floppy, è definito su “Wikipedia” un supporto di memoria digitale di tipo magnetico inventato dalla IBM, molto diffuso tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90. Per decenni è stato il dispositivo di memorizzazione più usato, e per questo la sua immagine è stata impiegata nell’interfaccia grafica di programmi e siti web come simbolo del comando di “salvataggio dati”, funzione rimasta anche quando il loro impiego come supporto fisico è diventato obsoleto.

Il finale comunque non ve lo racconto. Posso soltanto dirvi che è “aperto” e lascia sperare che presto arrivi la seconda stagione della serie.

A cura Simona Merlo

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