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Rubrica Leggerissima: “Finale a sorpresa”, la coppia Cruz-Banderas come sempre imbattibile

Ci sono caratteristiche inequivocabili. Ci sono scambi dal sapore surreale tendente all’eccesso. Attori e attrici incredibili di una bellezza o bruttezza così disarmante da sembrare personaggi creati come caricature tridimensionali. Ci sono dialoghi che raccontano di se stessi, piccoli frammenti di film dentro la più ampia dimensione narrativa del “film”. Parte di un intero e dettagli dell’insieme.

E ancora un trasporto totale che puoi persino mal sopportare o, al contrario, un distacco di cui ti innamori in una “classica” storia ricca di paradossi.

Tutto questo è “Finale a sorpresa”, titolo originale “Competencia official”, di Mariano Cohn e Gastón Duprat, due registi argentini che hanno scelto per il loro film una coppia che potremmo definire “quella storica del cinema spagnolo”: Penelope Cruz e Antonio Banderas.

Ma il cast e la trama vi stupiranno: non ho dubbi. Niente proviene dai precedenti personaggi interpretati dai due quando diretti, ad esempio, da Pedro Almodóvar né vi annoierà ciò che i registi raccontano.

Il film (del 2021) è divertente e ironico e riesce a svelare qualcosa in più del “cinema” senza cadere in banali cliché. L’anno scorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è stato infatti molto apprezzato; i due argentini sono riusciti a discostarsi dal loro percorso professionale fatto di cinema sperimentale, documentari e commedie drammatiche e, quindi, a stupire di nuovo. Per la prima volta, inoltre, hanno girato fuori dall’Argentina.

Penelope Cruz è Lola Cuevas, una regista eccentrica, interessata soltanto alle sue idee, molto nota, alla quale il miliardario Humberto Suárez (interpretato da José Luis Gómez) commissiona, per essere ricordato dal mondo nel tempo, un film trasposizione di un libro scritto da un premio Nobel di cui, però, l’imprenditore ottantenne (megalomane) non sa nulla. Lola Cuevas così gli narra che cosa c’è nel libro e poi scrittura due attori completamente opposti in modalità e atteggiamento, ma entrambi famosi ed egocentrici: Félix Rivero (Antonio Banderas), il divo belloccio di Hollywood e Iván Torres (Oscar Martínez, vincitore della Coppa Volpi nel 2016 per “Il Cittadino Illustre”), “Maestro” del cinema e del teatro impegnato.

Lola sottopone i due protagonisti a esercizi stravaganti e a pressioni di ogni tipo; ciò che vediamo è, di fatto, la metodologia di lavoro scelta dalla regista che svela “chi fa cinema che cosa fa”. Un esempio, un modo tra tanti; e poi le rivalità, l’invidia, la dimensione cinica… un sistema che viene dissacrato pezzo dopo pezzo fino alla fine. Piacevole e intelligente, è un film che consiglio in particolare a chi ama le regie innovative e la metacomunicazione, due aspetti che con quel tocco argentino e spagnolo diventano pura irriverenza.


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