“Era Ora”, film del 2023 diretto da Alessandro Aronadio (“Due vite per caso”, 2010; “Orecchie”, 2016; “Io c’è”, 2018), viene “incasellato” – forse per praticità – nelle commedie romantiche. A mio parere, però, è qualcosa di diverso. È una pellicola malinconica, questo sì, ma più per l’impossibilità di lottare ad armi pari contro il tempo e la sua “pazza” velocità che per la decisione volontaria di rinunciare a qualcosa o a qualcuno.
Aronadio, che è anche un bravissimo sceneggiatore, ha “scritto” il film insieme a Renato Sannio e, tramite il racconto della vita di Dante (questo il nome del protagonista) mostra con grande bravura un aspetto che l’essere umano ignora spesso volutamente, e cioè che il tempo a nostra disposizione non è infinito.
Direte voi: che grande scoperta! Forse è una dimensione banale, l’argomento è stato affrontato in vari modi e con diversi strumenti, eppure “Era Ora” colpisce nel segno perché non solo ti fa sorridere, ma ti fa anche incazzare, sospirare, riflettere.
Tutto in questo film è in equilibrio, pensato e messo al posto giusto e tutto ruota attorno alla vita che in molti – oggi – scegliamo di fare.
Il protagonista, interpretato da Edoardo Leo, è un assicuratore che non riesce a godere dei traguardi che raggiunge: lavora, corre, lavora, corre sostenendo di “farlo per gli altri”: per la sua fidanzata, un’illustratrice (Barbara Ronchi), per il padre malato di Alzheimer (Massimo Wertmüller) facendosi inghiottire da questo ritmo innaturale, divoratore di anni.
Così la sua vita fatta di corse a ostacoli lo trascina letteralmente dentro pezzi di una quotidianità non sua, o meglio sua solo a piccoli pezzi, facendogli saltare parti del “viaggio”.
“Era Ora” non è una commedia all’italiana, né romantica in senso stretto: è un film intelligente e ironico che mostra quanto sia importante sapersi fermare al momento giusto e gioire delle piccole cose. Raggiungere risultati importanti ma aver perso “il senso” di sé, delle cose, gli eventi, i divertimenti equivale a non aver vissuto pienamente. Che poi è l’unica cosa che conta e che possiamo realmente gestire.
Il tempo andato è una dimensione che non si può ricostruire o rivivere; tuttavia non possiamo fare a meno delle esperienze accumulate nella somma dei nostri ieri per capire noi stessi e quello che vogliamo essere in un presente sempre più schizofrenico.
“Era Ora” può essere interpretato come si preferisce – un monito, un avvertimento, un suggerimento – ma come tutti gli artisti, anche Aronadio racconta la circolarità che caratterizza la nostra essenza di esseri umani.
La differenza è racchiusa nella forza di sapersi guardare dentro, e poi di cambiare di fronte a ciò che è stato o che sarebbe potuto essere e non sarà mai più.
Nel cast anche Francesca Cavallin, Mario Sgueglia, Adrea Purgatori, Raz Degan che sapranno conquistarvi gettandovi nell’atmosfera a volte caotica a volte surreale dei “compleanni” di Dante.
Sulla trama non vi svelo nulla perché è il filo “interno” che vi condurrà da un punto all’altro e, se anticipato, potrebbe spezzarsi rovinando la magia di un film italiano fatto bene.