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Rubrica Leggerissima: “Dal mio punto di vista”

Ci sono film che ti scuotono per la loro potenza. Storie che ti scatenano qualcosa dentro: un fuoco, una malinconia, tanta rabbia.
Ci sono film che devi vedere di persona perché, nonostante l’utilizzo di parole precise, chi te lo racconta ha fatto inevitabilmente la propria personale selezione interpretativa.

Ci sono film che riflettono ombre chiare perfino sull’ottusità più becera.
Sequenze di immagini scelte in modo da costruire quella specifica storia, proprio quella sì, sviluppata tra tante.
Riprese, suoni, corpi che si muovono. Che subiscono. Alternanza di luci, scelta o meno dei colori.
I dialoghi di una sceneggiatura che per un paio d’ore ovatta il mondo fisico, il presente attorno a te.

Ci sono film così: poetici nonostante gli argomenti narrati e la conoscenza dei “fatti futuri”.
La trama e qualche altro dettaglio ve li riporto in modo sintetico (nessun pericolo di anticipazioni per chi ancora non ha avuto modo di vederlo): ambientato nella Roma del primo dopoguerra, il primo film alla regia di Paola Cortellesi – C’è ancora domani – racconta la storia di Delia, madre di una giovane donna e due ragazzini, moglie di Ivano (interpretato da Valerio Mastandrea), un poco di buono che, per sfogare le proprie frustrazioni, la picchia abitudinariamente.

In tantissime interviste (riprendo un pezzo riportato sul sito di Radio Deejay), l’attrice, regista e sceneggiatrice Paola Cortellesi dice: “Questa storia arriva dalla voglia di raccontare quello che mi raccontavano le nonne, le bisnonne, le zie, i vecchi della famiglia, mio nonno, tutti. Erano queste storie assurde ambientate in quegli anni, perché è quando sono stati giovani. Siamo nel 1946, subito dopo la guerra, ci sono ancora gli Americani. Io sono Delia: madre e moglie maltrattata”.
Ci sono film come questo che vedi in apnea: ti manca il respiro perché capisci cosa nasconde una danza surreale. E cosa mostra. Il movimento dei corpi che raccontano le violenze fisiche è una scelta geniale, come il cast, la conclusione, le parole, il bianco e nero. La musica.

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