In seguito all’incendio del 4 luglio scorso al centro rottamazione e recupero materiali “Rugi” in località San Marziale, a Colle Val D’Elsa, tecnici del Dipartimento ARPAT nei giorni immediatamenti seguenti all’incendio prelevarono alcuni campioni di terreno nelle zone individuate come quelle di maggiore ricaduta dei fumi provenienti dall’incendio, sulla base dell’elaborazione dei dati meteo effettuata dal settore Modellistica previsionale dell’Agenzia.
Sulla base dei risultati delle analisi di laboratorio, in data odierna il Dipartimento ARPAT di Siena ha comunicato all’Amministrazione Comunale le proprie valutazioni conclusive sull’evento.
I parametri indagati, individuati generalmente come marker dei fumi di incendio, sono i PCDD (policlorodibenzo diossine) PCDF (policlorodibenzofurani), IPA (idrocarburi policiclici aromatici) ed i metalli già oggetto del piano di monitoraggio e controllo sui rifiuti cui è sottoposta l’azienda Rugi Srl, in virtù dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui è in possesso.
Dall’analisi dei rapporti di prova risulta che tutti i valori trovati per i parametri indagati si collocano al di sotto, anche di diversi ordini di grandezza, di quelli previsti dai limiti normativi per i siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale, (Dlgs 152/2006, tabella A dell’Allegato 5 alla parte Quarta) ed in particolare non è stata rilevata alcuna differenza significativa tra i valori trovati nei campioni prelevati nella zona di ricaduta e il campione di bianco prelevato all’esterno di tale area.
Pertanto si può affermare che l’evento in oggetto, per quanto indagato, non abbia comportato effetti sui terreni che erano stati individuati come i più probabilmente esposti alle ricadute dei fumi.